Una canzone di Just Jack

Si è tutti turisti soffocanti nei posti di qualcun altro

(Simone Joyner/Getty Images)
(Simone Joyner/Getty Images)

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Stamattina ho sentito Francesco Costa citare questo articolo su Repubblica a proposito dei tormentoni dell’estate, prima ancora che inizi l’estate. Ernesto Assante, giornalista meritevolmente da bosco e da riviera, lo inizia con questa premessa, solo apparentemente ragionevole: «Partiamo da un necessario presupposto: parliamo di tormentoni, non di opere d’arte, parliamo di canzoni destinate nel caso migliore a far ballare qualcuno per una sola estate e magari ad essere ricordate in futuro nei programmi in cui ogni anno è un ‘migliore anno’ per qualcuno. Quindi niente discorsi da bacchettoni, sulla ‘povertà intellettuale’ della musica d’intrattenimento, sul vuoto pneumatico di contenuti e sulla banalità delle forme, sulla ‘bruttezza’ della musica estiva».
Ecco, io ho un’obiezione, invece: io il discorso da bacchettone lo voglio fare, perché non è che dichiararsi consapevoli che la monnezza è monnezza poi sdogana e assolve la scelta di occuparsi e promuovere monnezza. Ed è un discorso che si usa molto, questo – “vabbè, è Sanremo” – e non soltanto per la musica: e ogni volta si concorre un po’ di più al mantenimento e alla diffusione di “vuoto pneumatico di contenuti e banalità delle forme, e ‘bruttezza’ della musica estiva”. C’è sempre qualcosa di autoassolutorio nell’alibi per cui siccome la mediocrità esiste non abbiamo nessuna responsabilità nel frequentarla o nel darle spazio piuttosto che darlo alla qualità. L'”intrattenimento” si può fare anche buono, e anche i tormentoni estivi, se non si decide di abbassare l’asticella a priori e considerare inevitabile che siano una schifezza: persino pretendendo che nessuno lo segnali, che sono una schifezza. Certo che va benissimo parlare dei tormentoni estivi: però diciamolo che sono “bruttezza”, invece di imporre “niente discorsi da bacchettoni”. Anche perché poi, come dicevo, lo stesso argomento dilaga: “certo che sono fascisti, cosa ti aspettavi? Non facciamo discorsi da bacchettoni”.
Io sono affezionato ma direi non ci fosse un gran bisogno di questa nuova canzone dei Simply Red.
Domenica saranno 40 anni dalla prima trasmissione di Deejay Television, il programma di video e canzoni che la ciurma di allora di Radio Deejay (Matteo Curti aveva ancora otto anni) installò su Canale 5 e poi su Italia 1, concorrendo a tutta una formazione musicale pop del tempo soprattutto da un anno dopo quando divenne quotidiana a un orario che ci faceva arrivare in ritardo alle lezioni pomeridiane.

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