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Perché li chiamiamo “angeli del fango”

I cosiddetti “angeli del fango” al lavoro per salvare del materiale cartaceo dai danni provocati dall'alluvione di Firenze del novembre 1966. (Raccolte Museali Fratelli Alinari (RMFA)-collezione Aranguren, Firenze)

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Perché li chiamiamo “angeli del fango”

I portici fuori dal Palazzo degli Uffizi dopo l'alluvione. (RAFFAELLO BENCINI/AFP/Getty Images)

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Perché li chiamiamo “angeli del fango”

Il cortile della Biblioteca Nazionale Centrale dopo l'alluvione. (RAFFAELLO BENCINI/AFP/Getty Images)

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Perché li chiamiamo “angeli del fango”

Una studentessa londinese che viveva a Firenze mentre pulisce un dipinto degli Uffizi. (AP Photo/Mario Torrisi)

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Perché li chiamiamo “angeli del fango”

Un dettaglio del coro di Baccio Bandinelli, dentro al Duomo di Firenze. (RAFFAELLO BENCINI/AFP/Getty Images)

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Perché li chiamiamo “angeli del fango”

I dipinti danneggiati agli Uffizi. (Terry Fincher/Express/Getty Images)

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Il senatore americano Ted Kennedy con il sindaco di Firenze Piero Bargellini alla Biblioteca Nazionale Centrale, il 17 novembre 1966. (AP Photo)

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Perché li chiamiamo “angeli del fango”

La Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze dopo l'alluvione.(AP Photo/Mario Torrisi)

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Il Post è una testata registrata presso il Tribunale di Milano, 419 del 28 settembre 2009 - ISSN 2610-9980