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  • Giovedì 18 maggio 2023

Kemal Kilicdaroglu ha promesso di espellere 10 milioni di profughi dalla Turchia

Il politico turco che andrà al ballottaggio contro Erdogan sta cercando i voti dei nazionalisti e non è la prima volta che fa dichiarazioni di questo tipo

Kemal Kilicdaroglu, Ankara, Turcia, 15 maggio 2023 (Burak Kara/Getty Images)
Kemal Kilicdaroglu, Ankara, Turcia, 15 maggio 2023 (Burak Kara/Getty Images)

Kemal Kilicdaroglu, il leader dell’opposizione turca e candidato alle presidenziali che andrà al ballottaggio con Recep Tayyip Erdogan alle elezioni del prossimo 28 maggio, ha promesso di mandare a casa «10 milioni di profughi» se vincerà. Kilicdaroglu non ha chiarito a chi si riferisse precisamente: la Turchia ha circa 4 milioni di persone registrate come rifugiati, richiedenti asilo o sfollati, tra cui 3,5 milioni di siriani. È difficile quantificare i migranti che si trovano in Turchia in maniera irregolare: Murat Erdogan, esperto di migrazioni, ha detto al sito specializzato al Monitor che gli irregolari potrebbero essere al massimo sette milioni.

Kemal Kilicdaroglu è il leader del Partito popolare repubblicano (CHP), il principale partito d’opposizione. Ha 74 anni, è un politico molto popolare, ma poco carismatico. Ha sempre avuto un atteggiamento piuttosto moderato e dimesso nell’opposizione a Erdogan ed è stato più volte accusato di non essere abbastanza deciso.

Dopo il primo turno delle presidenziali dello scorso 14 maggio, Kilicdaroglu ha cominciato però ad avere un tono decisamente più aggressivo, soprattutto contro le persone migranti. E l’ha fatto, secondo diversi osservatori, per cercare di ottenere i voti dei nazionalisti. Il terzo classificato al primo turno delle presidenziali è infatti Sinan Ogan, politico nazionalista che ha posizioni molto rigide su immigrazione e accoglienza e che ha ottenuto poco più del 5 per cento dei voti: poiché Kilicdaroglu e Erdogan sono molto vicini è possibile che Ogan avrà un ruolo decisivo al ballottaggio.

Ieri, mercoledì 17 maggio, Kilicdaroglu ha accusato l’attuale governo di aver consentito l’ingresso nel paese a 10 milioni di migranti «irregolari». E ha anche aggiunto, senza però fornire alcuna prova delle sue previsioni, che il numero di migranti che potrebbero arrivare in Turchia, che ha 85 milioni di abitanti, potrebbe salire a 30 milioni. Il giorno dopo, Kilicdaroglu è andato oltre affermando che Erdogan «non ha protetto i confini e l’onore» del paese. Rivolgendosi infine al presidente uscente ha detto:

«Hai fatto arrivare più di 10 milioni di profughi in questo paese. Lo dico ora: non appena salirò al potere, manderò a casa tutti i profughi. Punto».

La guerra civile cominciata in Siria nel 2011 ha causato una grave crisi umanitaria. Le persone sfollate sono state più di 15 milioni e hanno trovato accoglienza prevalentemente in Turchia, Libano, Giordania, Germania e Iraq. Ma è la Turchia lo stato con il maggior numero di profughi siriani. Ora che la Turchia sta attraversando una crisi economica e che l’inflazione è aumentata, è aumentato anche il malcontento della popolazione nei confronti delle persone migranti. In questo contesto, i nazionalisti turchi ne hanno approfittato per attaccare la politica relativamente accogliente del governo negli ultimi anni.

Non è comunque la prima volta che Kemal Kilicdaroglu fa affermazioni di questo tipo sulle persone migranti. Già nel 2022 aveva promesso di «rimandare a casa loro i fratelli siriani con tamburi e zurna entro due anni al massimo». In quell’occasione, il presidente Erdogan aveva reagito dicendo che il suo governo non avrebbe riportato le persone che avevano cercato rifugio nel paese «nelle mani dei loro assassini».