Il deputato Repubblicano George Santos, accusato di frode, riciclaggio e altri reati, è stato rilasciato su cauzione

George Santos (AP Photo/Stefan Jeremiah)
George Santos (AP Photo/Stefan Jeremiah)

Mercoledì in un tribunale federale di Long Island, a New York, il deputato Repubblicano George Santos si è consegnato alle autorità dopo essere stato formalmente accusato dalla procura di una serie di reati di frode, riciclaggio di denaro, furto di fondi pubblici e dichiarazione del falso alla Camera statunitense. Santos era stato eletto lo scorso gennaio alla Camera statunitense con il Partito Repubblicano: negli ultimi mesi alcune inchieste avevano raccontato di come avesse mentito su moltissimi aspetti della sua vita e del suo curriculum durante la campagna elettorale, e la procura federale aveva avviato alcune indagini.

Santos, che ha 34 anni, è stato formalmente accusato per 13 capi d’accusa: sette per frode telematica, tre per riciclaggio di denaro, uno per furto di fondi pubblici e due per aver dichiarato il falso alla Camera statunitense. Che si consegnasse alle autorità era atteso: Santos si è sottoposto alla procedura standard della messa in stato di fermo dopo l’incriminazione formale, e verrà ascoltato durante un’udienza in un tribunale di New York nel pomeriggio.

Si è dichiarato «non colpevole» per tutti i 13 capi d’accusa ed è stato rilasciato dopo il pagamento di una cauzione di 500.000 dollari: rischia una condanna fino a 20 anni di carcere. Prima del processo (per cui non è stata ancora fissata una data) potrà risiedere a New York, dove vive, e a Washington, dove lavora: ogni altro viaggio dovrà essere autorizzato in anticipo. All’uscita dal tribunale Santos ha detto di non volersi dimettere, ma anzi di volersi ricandidare nel 2024.

I reati di cui è stato incriminato Santos rientrano in tre principali accuse. La prima è di aver messo in piedi un sistema fraudolento di raccolta di contributi elettorali poi usati per spese personali. La seconda è di aver fatto richiesta, nel giugno del 2020, per uno schema di assistenza governativa dichiarandosi disoccupato, quando in realtà era impiegato in una società di investimento della Florida con uno stipendio di circa 120mila dollari l’anno. La terza è di aver mentito alla Camera statunitense sulla propria situazione finanziaria durante la campagna elettorale, sovrastimando i propri redditi e gli utili ricavati dalle azioni di una società a lui intestata, la Devolder Organization: in quest’ultimo caso, scrive il New York Times, la procura sta quindi anche indagando sulla provenienza dei soldi con cui Santos avrebbe finanziato la propria campagna elettorale.

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