Ikea sta riprogettando alcuni mobili per abbassare i costi

Nel modo in cui sono confezionati o anche nei materiali di costruzione, come nel caso della celebre libreria Billy

(EPA/ARNE DEDERT)
(EPA/ARNE DEDERT)
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La libreria Billy, il prodotto più famoso e più venduto di Ikea, è stata riprogettata nell’ottica di ridurne i costi di produzione, in particolare quelli dei materiali. Il motivo è che a partire dal 2020, con l’inflazione e la crisi dei commerci mondiali dovuta alla pandemia e all’invasione dell’Ucraina, i costi di materiali come legno, vetro e carta sono molto aumentati, in Europa e non solo, portando molte aziende a dover decidere se alzare i propri prezzi al pubblico o ridurre drasticamente le spese.

Per marchi come Ikea, che da sempre puntano sui prezzi bassi dei propri prodotti, trovare una soluzione è particolarmente complicato. Nel 2022 l’azienda svedese aveva aumentato i propri prezzi, anche se meno di quanto avrebbe dovuto fare per rientrare interamente dell’aumento dei costi. Non era andata bene: nei primi otto mesi dell’anno i suoi profitti netti erano stati la metà di quelli dello stesso periodo del 2021, nonostante un aumento del fatturato. Per non aumentare ulteriormente i prezzi e rischiare di perdere clienti, ora Ikea sta provando a ripensare i propri mobili, cercando di tenere insieme il taglio dei costi e i suoi propositi di sostenibilità e circolarità.

Per ridurre i costi dei materiali e dei trasporti, negli ultimi anni Ikea è passata in alcuni casi da tipi di plastica più robusta a una plastica più leggera e meno costosa, e ha sostituito molti pezzi che un tempo erano fatti di zinco con equivalenti in alluminio riciclato, più economico. Alcuni mobili sono stati riprogettati per occupare meno spazio da imballati, e ridurre così il costo dei trasporti: è il caso per esempio della sedia da giardino Nämmaröle, le cui doghe in legno curve sono state appiattite. Un altro esempio è la sedia da ufficio Flintan, che è stata leggermente rimpicciolita perché fosse più facile farne entrare i pezzi in una confezione piatta: dopo le modifiche le Flintan impilabili in un container sono passate da 2.750 a 6.900. O il letto Säbövik, che un tempo veniva imballato in tre confezioni e ora riesce a stare in due più piccole.

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La riprogettazione della Billy è tuttavia l’operazione di taglio dei costi da cui Ikea si aspetta maggiori risultati economici. La Billy è in assoluto il prodotto più di successo dell’azienda con circa 6,3 milioni di pezzi venduti ogni anno (uno ogni 5 secondi, volendo fare una media). La Billy fu progettata nel 1978 dal designer svedese Gillis Lundgren, che disse di averla disegnata la prima volta su un fazzoletto per non dimenticarsi dell’intuizione che aveva avuto: l’idea era di proporre una libreria con il design più semplice possibile.

La struttura della Billy è fatta di pannelli di trucioli di legno e segatura ricoperti da un sottile strato di un altro materiale. Finora le Billy color legno erano ricoperte di uno strato di legno, appunto, ma ora per ridurre le spese di produzione verrà sostituito da uno strato di carta color legno (come una specie di carta da parati adesiva), che nell’idea dell’azienda dovrebbe dare lo stesso risultato estetico a un costo molto più basso. Per Ikea l’utilizzo della carta come copertura non è una soluzione nuova, ma viene già impiegata su altri mobili dal 2004: il responsabile dell’operazione, Jesper Samuelsson, ha detto al Wall Street Journal che quando hanno cominciato a lavorare a questa modifica nel 2020 era anche perché la copertura in carta era già stata testata abbastanza a lungo e con risultati positivi. In Asia, dove le fabbriche sono riuscite ad adattarsi velocemente, le Billy sono già così da luglio 2022, mente nel resto del mondo lo saranno da gennaio 2024.

Non è la prima volta che Ikea cambia i materiali della Billy per risparmiare: inizialmente le Billy erano fatte di legno massello di quercia o di pino. Poi si passò al truciolato e nel 1999 fu fatto un ulteriore cambio di materiali sostituendo il rivestimento in legno laccato delle Billy bianche con un foglio di melamina, una resina che si usa solitamente per prodotti da cucina e che costa meno del legno laccato. In questo modo la Billy bianca divenne decisamente più economica di quelle color legno su cui è diventato necessario intervenire negli ultimi anni.

L’obiettivo di ridurre i costi di produzione è per Ikea ancora più complicato se si considera che nel 2021 aveva annunciato di voler diventare al cento per cento un’azienda circolare, cioè fare in modo che tutti i suoi prodotti potessero essere riutilizzati, riparati o riciclati. Questo obiettivo non si concilia però sempre con l’obiettivo di risparmiare sui materiali, e neanche con alcune convinzioni molto diffuse su cosa sia “ecologico” e cosa no. Per esempio, parlando della nuova Billy, Ikea insiste sul fatto che non verrà più usata plastica per creare continuità tra i pannelli coprenti lungo i bordi del mobile, come avveniva quando questi erano di legno. Sul suo sito definisce la nuova Billy «più circolare e conveniente» e «un trampolino di lancio verso la completa eliminazione della plastica».

Un articolo pubblicato su Fast Company però ha fatto notare che per rendere una copertura di carta resistente e durevole quanto quella di legno (e di più, secondo quanto dice Ikea) questa va generalmente «rivestita di poliuretano, che è una plastica». Ikea ha chiarito che non utilizza il poliuretano per il rivestimento della nuova Billy ma un’altra plastica, che la renderà comunque complessivamente più sostenibile per l’ambiente rispetto al modello precedente in legno. Lo stesso compromesso ha dovuto farlo con alcuni chiodi metallici, che per motivi di costi verranno sostituiti con elementi di fissaggio di plastica, quindi più inquinanti, ma che permetteranno di smontarla e riassemblarla più facilmente, allungandone quindi la vita.

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