Air France e Airbus sono state assolte dall’accusa di omicidio colposo nel processo sulla caduta di un aereo in volo tra Rio de Janeiro e Parigi nel 2009

Parte del relitto dell'aereo AF447 (AP Photo/Eraldo Peres)
Parte del relitto dell'aereo AF447 (AP Photo/Eraldo Peres)

La compagnia aerea Air France e la società costruttrice di aerei Airbus sono state assolte dall’accusa di omicidio colposo nel processo che si è tenuto a Parigi sulla caduta di un aereo in cui morirono 228 persone, avvenuta nel 2009 nell’oceano Atlantico. Il giudice del tribunale di Parigi ha rilevato che ci furono delle negligenze da parte delle due società, ma ha stabilito che non ci sono nessi causali tra queste e la caduta dell’aereo.

Il primo giugno del 2009 l’aereo Airbus della compagnia Air France – che stava operando il volo AF477 da Rio de Janeiro, in Brasile, a Parigi, in Francia – scomparve dai radar nell’oceano Atlantico al largo delle coste brasiliane durante un temporale. La scatola nera dell’aereo permise di ricostruire almeno in parte quello che avvenne. Mentre l’aereo si avvicinava all’equatore entrò in una zona di convergenza intertropicale che spesso produce tempeste con forti precipitazioni. Quando la tempesta colpì l’aereo, i cristalli di ghiaccio causarono un guasto tecnico ai sensori di velocità, che si congelarono, smettendo di fornire informazioni ai piloti e causando la disattivazione del pilota automatico. Il jet, che pesava 205 tonnellate, andò in stallo e precipitò.

La relazione finale dell’indagine condotta sull’incidente dall’Ufficio di inchieste e analisi per la sicurezza dell’aviazione civile (BEA) fu resa pubblica nel 2012 e indicò i guasti tecnici e gli errori dei piloti come le due cause principali dell’incidente. I piloti non erano stati addestrati a pilotare l’aereo «in modalità manuale» e non erano in grado «di riconoscere tempestivamente e rispondere a un malfunzionamento del sensore di velocità ad alta quota»: questo tipo di addestramento non faceva parte, al tempo, della formazione standard dei piloti che, dovendosi basare su una serie di dati incoerenti, non riuscirono a mettere in pratica gli interventi appropriati per recuperare lo stallo.

Inizialmente un tribunale di Parigi aveva attribuito la responsabilità dell’incidente a un errore dei piloti e non aveva formalizzato alcuna accusa contro le due società. Nel 2021 la Corte d’Appello di Parigi accolse però un ricorso presentato dai legali dei familiari delle vittime per processare anche le società: il processo era cominciato nell’ottobre del 2022, e se condannate Air France e Airbus potevano dover pagare fino a 225 mila euro di multa ciascuna.