Daria Trepova, la donna sospettata dell’uccisione del blogger filoputiniano, è stata accusata di terrorismo

Daria Trepova in un'aula del tribunale di Mosca (AP Photo/Alexander Zemlianichenko)
Daria Trepova in un'aula del tribunale di Mosca (AP Photo/Alexander Zemlianichenko)

Le autorità russe hanno ufficialmente accusato di terrorismo Daria Trepova, la donna di 26 anni arrestata lunedì perché ritenuta responsabile dell’esplosione avvenuta domenica in un bar di San Pietroburgo. L’attentato ha ucciso il famoso “blogger militare” Vladlen Tatarsky, un propagandista filoputiniano e un forte sostenitore dell’invasione russa in Ucraina.

Il comitato investigativo accusa Trepova di aver commesso «un atto terroristico pianificato da un gruppo organizzato e che ha causato una morte intenzionale». Secondo la ricostruzione della polizia russa la donna avrebbe consegnato a Tatarsky, pseudonimo di Maksim Fomin, una statuetta che in seguito sarebbe esplosa: le televisioni russe hanno mostrato anche un nuovo video in cui Tatarsky estrae la statuetta dorata da una scatola. Subito dopo avviene l’esplosione. La divisione antiterrorismo russa sostiene che Trepova abbia portato a termine un piano studiato dai servizi segreti ucraini, con l’aiuto di esponenti del gruppo del dissidente Alexei Navalny, principale oppositore di Putin in carcere dal gennaio 2021. Il gruppo ha smentito ogni coinvolgimento, mentre i giornali russi scrivono che Daria Trepova, arrestata a casa sua un giorno dopo l’attentato, si sia difesa dicendo di essere stata usata e di non sapere dell’esplosivo. Tatarsky era un blogger molto critico sulla gestione della guerra da parte dei vertici militari russi, spesso definiti come «incapaci»: secondo alcuni osservatori internazionali il suo omicidio potrebbe essere stato commissionato anche da rivali interni.