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  • Martedì 28 marzo 2023

Il seguito processo a Gwyneth Paltrow per un incidente sciistico

Un uomo accusa l'attrice di averlo travolto su una pista nel 2016, e di non averlo soccorso: lei nega e online è già pieno di meme

(AP Photo/Rick Bowmer, Pool)
(AP Photo/Rick Bowmer, Pool)

Dal 21 marzo in un tribunale dello Utah, negli Stati Uniti, è in corso un processo civile che coinvolge l’attrice cinquantenne Gwyneth Paltrow, molto famosa per i suoi ruoli in film come Shakespeare in Love e Sliding Doors e negli ultimi anni anche per aver fondato il marchio di abbigliamento e cosmetici Goop. Come succede spesso negli Stati Uniti, il processo viene trasmesso integralmente in diretta su canali televisivi e YouTube, e per via della sua protagonista famosa è diventato seguitissimo sui social network, sui quali in questi giorni stanno circolando molti video di diversi momenti obiettivamente bizzarri, e annessi meme creati dagli utenti.

Il processo riguarda un episodio avvenuto nel 2016 in un impianto sciistico di Park City, nello Utah. Paltrow è stata accusata dal 76enne Terry Sanderson, un optometrista in pensione, di averlo travolto sulla pista sciando «senza controllo», e di averlo lasciato a terra privo di sensi senza soccorrerlo. Questo, sempre secondo Sanderson, gli avrebbe causato un danno cerebrale con conseguenze sulla sua personalità, oltre ad altri danni fisici. Sanderson ha chiesto un risarcimento di 300mila dollari e Paltrow – che nega le accuse e sostiene sia stato lui a colpirla – l’ha denunciato a sua volta chiedendo un risarcimento simbolico di un dollaro e il pagamento delle spese processuali.

Il processo è iniziato una settimana fa, e secondo quanto rivelato dall’avvocato di Paltrow, Stephen W. Owens, dovrebbe durare ancora una settimana. Sono stati ascoltati diversi testimoni e altri verranno ascoltati nei prossimi giorni: durante lo scontro sulla pista da sci, oltre ai due coinvolti, c’erano anche l’istruttore di sci di Paltrow, che ha già testimoniato, e il compagno e i figli dell’attrice, che saranno ascoltati nei prossimi giorni. Sanderson era insieme a un amico, Craig Ramon, che al processo ha sostenuto di essere l’unico ad aver visto il momento dello scontro: lui conferma la versione di Sanderson.

Secondo il New York Times questo è «fondamentalmente un caso basato sull’etichetta delle piste da sci». Sia Sanderson sia Paltrow infatti sostengono di essersi trovati più in basso dell’altro nella pista e quindi di avere la precedenza nella discesa. Paltrow ha raccontato di aver visto un paio di sci infilarsi tra i suoi da dietro, e di essere stata travolta e fatta cadere da Sanderson, mentre lui ha raccontato di aver sentito un urlo agghiacciante, poi di essere stato colpito da dietro e di essere finito a faccia in giù nella neve.

Diversamente da quanto sostenuto da Sanderson, Paltrow ha detto di essere rimasta con lui finché non si è rialzato e di essersene poi andata velocemente perché i suoi figli la stavano aspettando e perché l’istruttore l’aveva rassicurata del fatto che avrebbe gestito la cosa. Durante la sua testimonianza, l’istruttore di Paltrow ha detto di non aver visto lo scontro e ha negato che Sanderson fosse rimasto privo di sensi.

Gli avvocati di Sanderson stanno insistendo in modo particolare sul fatto che lo scontro avvenuto con Paltrow gli abbia causato un forte trauma psicologico: prima era una persona «affascinante, estroversa e socievole», ora tutto il contrario. Nella sua testimonianza di lunedì, Sanderson ha detto di fare una vita da recluso in seguito all’incidente, di aver compromesso i rapporti con i suoi figli, di essersi separato dalla compagna e di aver perso i propri amici. Secondo la difesa di Paltrow la personalità di Sanderson sarebbe cambiata per via dell’avanzare dell’età, portandolo a una sorta di ossessione per l’accaduto.

Tra i video del processo che stanno circolando molto online ce ne sono alcuni particolarmente pittoreschi, come quello che mostra l’avvocato di Paltrow sventolare una banconota da un dollaro per insistere sul fatto che la sua cliente non voglia niente da Sanderson. E altri che mostrano le domande a Paltrow fatte da un’avvocata di Sanderson, Kristin VanOrman, con tono «di volta in volta civettuolo, accusatorio e clownesco». VanOrman ha per esempio fatto ironia sulla richiesta di risarcimento simbolica di Paltrow, paragonandola a quella chiesta dalla cantante Taylor Swift durante un processo di qualche anno fa, e ha fatto alcune battute sottendendo di essere una fan dell’attrice, o comunque di subirne il fascino: non è chiaro con quale scopo.