Imparare a scrivere, come in un dojo

Nei nuovi laboratori intensivi della Scuola Holden, che iniziano ad aprile, si segue la "via della scrittura"

(Scuola Holden)
(Scuola Holden)
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La parola giapponese “dojo” viene di solito tradotta con “palestra”, soprattutto perché in occidente il suo uso è ormai strettamente legato allo spazio utilizzato per gli allenamenti nelle arti marziali di origine orientale. I dojo però nascono come luoghi genericamente dedicati all’apprendimento di una disciplina, di un’arte o di una pratica, come ad esempio la meditazione. La traduzione letterale di dojo è infatti “luogo in cui si segue la via”, dove per via si intende un percorso di apprendimento. Il dojo non è quindi soltanto uno spazio fisico, ma anche in qualche modo il simbolo del legame fra l’allievo e l’arte che sta apprendendo, un luogo di isolamento dal resto della realtà e di rispetto reciproco.

Ispirandosi a questo concetto la Scuola Holden ha organizzato dei corsi che si chiamano appunto “Dojo, la via della scrittura“: si tratta di laboratori intensivi dedicati alla scrittura, ma anche spazi dove gli allievi si potranno esprimere e potranno sottoporre il proprio lavoro a esperti e professionisti. Per scrivere come in un vero dojo, spiegano alla Holden, sono necessari disciplina e convinzione. Ed è anche necessario che la scrittura non sia vista come una lotta con le parole, con la storia o con i personaggi, ma come una pratica da seguire.

I corsi “Dojo” si terranno nei fine settimana, le classi saranno piccole, al massimo di 20 studenti, e si potrà seguirli in presenza a Torino, nella sede della Holden, l’ex Caserma Cavalli. Oltre agli insegnanti titolari dei corsi (ribattezzati “sensei”) ci saranno anche degli “ospiti speciali” che racconteranno le loro esperienze personali nel mondo della scrittura e approfondiranno temi specifici.

Inoltre il sabato sera, dopo aver ascoltato, preso appunti e fatto domande a insegnanti e ospiti, saranno gli studenti a diventare protagonisti: potranno infatti salire sul palco del General Store, e leggere i loro lavori (racconti, incipit o capitoli di romanzi in lavorazione, quello che vorranno) che saranno commentati dai docenti e da addetti ai lavori dell’editoria. Non saranno giudizi di valore, voti, ma consigli e suggerimenti su cosa fare, dove intervenire nel testo, quale personaggio valorizzare. Alla Holden lo considerano un modo utile per avere un primo feedback sulla propria scrittura e raccogliere pareri professionali.

Al momento ci si può iscrivere a due “Dojo”. Nel primo, che si svolgerà il primo e il 2 aprile, dal titolo “Creare un mondo”, gli studenti affronteranno il tema della costruzione di un universo narrativo, sia che lo si voglia simile a quello in cui viviamo o completamente inventato da chi scrive. Il “sensei” del corso sarà Francesco Pacifico: scrittore, saggista e traduttore è autore dei romanzi Il caso Vittorio, Storia della mia purezza e Class, ha fondato la rivista Il Tascabile di Treccani e collabora con diversi giornali e riviste.

L’ospite del corso sarà lo scrittore Antonio Moresco, che ha esordito a 45 anni con un libro scritto a 30, Clandestinità. Da allora ha pubblicato più di trenta libri, tra i quali la trilogia Giochi dell’eternità, opera scritta nell’arco di 35 anni in tre parti: Gli esordi, Canti del caos e Gli increati. Matteo Fontanone è junior editor di narrativa italiana all’Einaudi e fa parte della redazione dell’Indice dei Libri del Mese: insieme a Francesco Pacifico darà consigli agli studenti che leggeranno i loro scritti sabato sera sul palco della Holden.

Il secondo “Dojo” si terrà sabato 20 e domenica 21 maggio e si chiama “Letteratura senza genere”. Il corso è incentrato su come creare un proprio stile, e se sia necessario per chi inizia un percorso letterario scegliere un genere, una forma espressiva o una lingua. Il “sensei” del corso sarà Matteo De Giuli, senior editor del Tascabile di Treccani e autore per diverse riviste culturali, cartacee e online.

L’ospite sarà Veronica Raimo, che nella sua carriera ha scritto di musica per diverse riviste, per il cinema e per il teatro, ha pubblicato una raccolta di filastrocche, diversi racconti, tre romanzi, e un libro di ispirazione autobiografica, Niente di vero, con cui è arrivata in finale al Premio Strega. Anche per questo corso, insieme a Matteo De Giuli, Matteo Fontanone darà i suoi feedback agli studenti che nella serata di sabato sera leggeranno a voce alta, davanti a tutti, i propri lavori.