Il partito di estrema destra francese Rassemblement National è stato condannato in appello a pagare 250mila euro nell’ambito di un’inchiesta sui rimborsi elettorali

Marine Le Pen a Henin-Beaumont, 20 giugno 2022 (AP Photo)
Marine Le Pen a Henin-Beaumont, 20 giugno 2022 (AP Photo)

La Corte d’Appello di Parigi ha condannato Rassemblement National (RN), partito di estrema destra francese di Marine Le Pen, a pagare una multa di 250 mila euro nell’ambito di un’inchiesta sui finanziamenti elettorali per le legislative del 2012. In primo grado, il partito era stato condannato al pagamento di 18.750 euro di multa.

Nel 2012 Rassemblement National, che al tempo si chiamava Front National, fece comprare ai propri candidati dei kit elettorali (volantini, manifesti, siti internet) per 16.650 euro ciascuno da una società di comunicazione, la Riwal, e attraverso la mediazione di un piccolo partito vicino a Le Pen chiamato Jeanne.

Riwal è di Frédéric Chatillon, anche lui molto vicino a Marine Le Pen, ex leader del sindacato studentesco di estrema destra GUD e considerato dai giudici, di fatto, un dirigente di Rassemblement National. Jeanne venne invece creato nel 2010 proprio per finanziare le campagne elettorali del Front National, in gravi difficoltà economiche. Ma non è mai stato propriamente un partito: non ha mai avuto candidati o militanti. Si tratta di un’organizzazione per raccogliere dei fondi, simile a quelle utilizzate anche da altri politici e da altri partiti.

Nel corso delle elezioni del 2011 Jeanne forniva ad esempio prestiti a un tasso di interesse molto elevato (dal 6,5 al 7 per cento) ai candidati del Front National per le loro campagne elettorali. Nelle legislative del 2012 Jeanne aveva invece fornito un doppio servizio: prestiti in denaro e l’acquisto obbligatorio dei kit elettorali prodotti da Riwal. Il kit, secondo i giudici, era venduto a cifre che non erano effettivamente corrispondenti al prodotto fornito. La Corte ha dunque concluso che l’operazione di compravendita dei kit avesse l’obiettivo di ottenere, in modo illecito, un rimborso dallo Stato per i costi delle campagne elettorali.