Il Connecticut vuole riabilitare le donne accusate di stregoneria

Un provvedimento propone di assolvere 34 persone che nel Seicento furono processate o uccise per motivi ritenuti ingiustificati

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Un mattone che ricorda una delle donne uccise con l'accusa di stregoneria a Windsor, Connecticut (AP Photo/ Jessica Hill)
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Lo stato del Connecticut, nel nord-est degli Stati Uniti, sta valutando di adottare un provvedimento che prevede di riabilitare la memoria di decine di persone che nel Seicento furono uccise o perseguitate con l’accusa di stregoneria, nella gran parte dei casi donne. I processi per stregoneria più famosi negli Stati Uniti furono quelli di Salem, in Massachusetts, che si svolsero tra il 1692 e il 1693 e portarono alla condanna a morte di 19 donne e ad accuse contro altre decine di persone. Già nei quarant’anni precedenti però in varie città del Connecticut almeno 34 persone furono processate con l’accusa di stregoneria e 11 vennero uccise.

Il provvedimento è stato presentato dalla deputata Democratica del Connecticut Jane Garibay ed è sostenuto da appassionati di storia e discendenti di persone che erano state accusate di stregoneria, che il primo marzo hanno testimoniato davanti alla commissione di Giustizia dello stato. Sostiene che le 34 persone accusate di stregoneria nel Connecticut tra il 1647 e il 1697 fossero state processate e a volte uccise per motivi ingiustificati: proclama la loro innocenza, riabilita il loro nome e porge le scuse a nome dello stato.

Nel 1642, quando ancora era una delle prime colonie negli Stati Uniti, il Connecticut adottò una lista di 12 reati capitali punibili con la morte: tra questi c’erano l’omicidio, il rapimento, il tradimento dello stato e anche la stregoneria. La prima donna a essere impiccata perché accusata di stregoneria nel Connecticut fu Alice “Alse” Young, impiccata ad Hartford nel 1647: non è chiaro quali fossero i motivi che portarono alla sua condanna, ma alcuni ritenevano che avesse diffuso un’epidemia di influenza. L’anno successivo sempre nel Connecticut fu uccisa Mary Johnson, una donna di Wethersfield che secondo le informazioni che ci sono arrivate oggi aveva confessato di aver «stretto un patto con il diavolo». Tra gli altri, nel 1651 furono condannati a morte anche Joan e John Carrington, una coppia della stessa città accusata per motivi simili.

Spesso le persone accusate di stregoneria erano guaritrici o “maghe”, ma anche donne incinte e non sposate, o persone che avevano conoscenze scientifiche, che sapevano distinguere e usare le piante medicinali oppure praticavano aborti. Alcune di queste persone probabilmente furono costrette a confessare e poi processate; altre invece vennero sottoposte a una specie di prova: venivano gettate nell’acqua, e se andavano a fondo voleva dire che erano innocenti, se rimanevano a galla erano colpevoli.

Parlando davanti alla commissione di Giustizia, Garibay ha detto che le donne accusate di stregoneria «non erano streghe. Erano persone, donne uccise per aver scelto di vestirsi con certi abiti o per essere troppo determinate. Uccise perché avrebbero potuto ereditare delle proprietà o perché semplicemente non piacevano a qualcuno». Nonostante la gran parte dei membri del comitato abbia appoggiato la risoluzione, altri hanno mostrato resistenze: uno di loro per esempio ha osservato che questi eventi si erano verificati prima ancora della nascita degli Stati Uniti, e ha sostenuto che quindi non sarebbe opportuno occuparsene adesso, quando ci sono temi più pressanti.

La risoluzione proposta in Connecticut non è un caso isolato. Il Massachusetts ha adottato già da tempo iniziative e risoluzioni per riabilitare la memoria delle persone accusate di stregoneria, un processo che si è concluso la scorsa estate con l’assoluzione di Elizabeth Johnson Jr. 329 anni dopo l’esecuzione della sua condanna a morte. All’inizio del 2022 aveva approvato un provvedimento simile anche il parlamento della Catalogna, uno dei luoghi in Europa in cui avvennero più condanne a morte questo motivo. Il marzo successivo l’allora prima ministra scozzese Nicola Sturgeon chiese formalmente scusa alle persone accusate di stregoneria in Scozia, dove si crede che fra il 1563 e il 1736 fossero state processate per stregoneria 4mila scozzesi, la gran parte donne.

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