Piccola guida per solutori di rebus che non ne sanno ancora niente

Le regole fondamentali da conoscere per provare a risolvere i giochi enigmistici composti da lettere e immagini

di Stefano Andreoli

Rebus inedito inventato dall'autore appositamente per l'articolo
Rebus inedito inventato dall'autore appositamente per l'articolo
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Questa guida è un’appendice a questo articolo, in cui Stefano Andreoli racconta non come si risolvono i rebus, ma come si inventano.

Nonostante, a una prima occhiata, il meccanismo possa apparire ostico, la logica dietro a un rebus in realtà è piuttosto semplice. Si parte da una vignetta che illustra una scena quotidiana, talvolta ironica o surreale; su alcuni dei soggetti raffigurati (persone, oggetti, luoghi) vengono disegnate lettere dell’alfabeto o, più raramente, simboli di altro genere. La combinazione di lettere e soggetti – chiamata in gergo “prima lettura” – porta a una frase finale, che è la soluzione del rebus. Per agevolare il solutore, il numero di lettere che costituiscono le parole della soluzione è sempre indicato sopra l’illustrazione stessa; talvolta, in caso di giochi particolarmente difficili, viene riportata anche la prima lettura.

Ad esempio, se nella vignetta ci fosse la lettera F su un arco (che potrebbe essere un elemento architettonico, o una frazione di circonferenza disegnata su un quaderno, o l’arma usata da Robin Hood) seguita dalla lettera M posta su alcune pere, la soluzione – indicata dalle cifre “3 7” –  sarebbe:

F arco; M pere = FAR COMPERE

Non sempre le cose sono tanto ovvie. A volte i soggetti non sono definiti in maniera didascalica, ma in base a una loro caratteristica evidente (per esempio: “alto” su un uomo di statura visibilmente imponente, o “unto” su un foglio o un abito macchiato di olio, e così via), o al rapporto che hanno con altri soggetti presenti nella scena. Ad esempio un rebus con le lettere S, C, B, I su quattro arpe (gli strumenti musicali) si risolverebbe così:

S C arpe; B I anche = SCARPE BIANCHE

Dove il termine “anche” esprime analogia con i soggetti precedenti. Un altro modo molto usato per mettere in relazione elementi affini è quello di usare l’aggettivo “tale”, come in questo rebus:

P unti; V I tali = PUNTI VITALI

Dove “tale” è usato nel senso di “uguale al precedente” (essendo l’aggettivo “unti” declinato al plurale, la lettera P dovrà coprire due o più soggetti con la stessa caratteristica). Secondo lo stesso principio, ma per contrasto, un rebus con le lettere FOR su una medaglia d’oro e MA su una medaglia d’argento si risolverebbe così:

FOR oro, MA no = FORO ROMANO

I soggetti possono essere definiti anche attraverso i verbi riferiti all’azione che esercitano (o che subiscono). In questo caso si parla di rebus dinamico, come nel gioco:

FA scia; R osa = FASCIA ROSA

Le lettere FA vanno a contrassegnare uno sciatore impegnato in una discesa; la voce “osa”, terza persona del verbo “osare”, viene in genere illustrata con un soggetto (in questo caso, indicato dalla lettera R) che affronta un serpente, o si getta da una scogliera molto alta; in sostanza compie un atto temerario, quindi (egli) osa.

Questo è tutto, o quasi. Nel risolvere un rebus ci sono alcune regole da tenere sempre presenti. La prima: le lettere illustrate compariranno nella soluzione da quella più a sinistra a quella più a destra, senza eccezioni. Seconda regola: soggetto, verbo e complementi possono scambiarsi di posizione a piacere, purché la prima regola sia rispettata.

Quindi, se l’illustrazione ritrae una coppietta occupata in tenere effusioni, con le lettere T e R sui due, si potrà avere “T ama R…” ma anche “T R ama…” o “ama T R…”. Non si potrà invece mai avere “R ama T” poiché la lettera T nella vignetta si trova più a sinistra della R, e quindi va menzionata per prima.

Ultima cosa: il lessico rebussistico ama le parole brevi, come le preposizioni semplici (in, tra, su, con), le voci verbali brevissime (è, sta, va, fa, dà) e i verbi tronchi alla terza persona plurale (“son” invece di “sono”, “fan” invece di “fanno”, “stan” per “stanno” e così via). Permangono nell’uso alcuni sostantivi desueti (l’altare pagano è l’ARA, la piccola ranocchia è l’ILA, le composizioni poetiche sono ODI, il fiumiciattolo è il RIO eccetera). Imparare queste consuetudini vi aiuterà a risolvere i giochi molto più in fretta.

Buon divertimento!