La disputa per far pagare a Cuba debiti vecchissimi

Una società delle Cayman ha rilevato debiti pubblici cubani risalenti a 40 anni fa, e ora pretende che siano pagati

L'ex presidente di Cuba Fidel Castro (Jorge Rey/Getty Images)
L'ex presidente di Cuba Fidel Castro (Jorge Rey/Getty Images)
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È possibile fare causa a qualcuno per il pagamento di un debito vecchio di decenni? Questa è la domanda a cui sta cercando di dare una risposta una giudice del tribunale di Londra a cui si è rivolto un fondo di investimento che ha fatto causa a Cuba perché pretende il pagamento di un vecchio debito accumulato negli anni Ottanta, quando l’isola era ancora governata da Fidel Castro.

Il debito è talmente vecchio che è denominato in marchi tedeschi – una valuta che non esiste neanche più e che è stata sostituita dall’euro – e vale il corrispondente di circa 70 milioni di dollari. Per uno stato anche piccolo come Cuba non si tratta di una cifra enorme, ma se il fondo vincesse la causa potrebbe creare un precedente per migliaia di creditori che aspettano ancora il pagamento dei crediti che il governo cubano non ha mai pagato dopo il fallimento finanziario del paese nel 1986. Il che potrebbe costare al paese fino a 7 miliardi di dollari, una cifra ben più importante.

Il fondo che ha fatto causa a Cuba si chiama CRF, è conosciuto anche come Cuba Recovery Fund, ha sede alle isole Cayman e dal 2009 ha iniziato a comprare dalle banche europee i vecchi crediti scaduti verso Cuba, con lo scopo di trarne un profitto.

Il mercato dei crediti problematici è generalmente piuttosto proficuo: chi ha un credito che non riesce a riscuotere spesso è ben felice di cederlo a sconto pur di incassare anche parte della somma e togliersi l’impiccio e le spese di riscossione; chi li acquista solitamente è specializzato nella riscossione dei crediti, ha alle spalle intere squadre di avvocati ed esperti. Il guadagno di questi investitori sta proprio nella differenza tra il prezzo a cui acquistano il debito – tipicamente ben più basso del valore originario – e quanto riescono a ottenere dal debitore.

Quando si tratta di debito pubblico (cioè emesso dagli stati) il mercato di “compravendita” dei debiti è ancora più florido: ci sono investitori specializzati nel debito pubblico di paesi falliti, che lo comprano a sconto dai creditori e poi trattano con i governi per ottenere il pagamento. Solitamente questi paesi seguono un procedimento di “ristrutturazione” del debito, ossia di rinegoziazione delle condizioni originarie con cui il debitore doveva restituire il prestito. Solitamente questo porta a un alleggerimento dell’onere del debitore, che con condizioni più favorevoli ha più probabilità di restituire anche solo parte di quanto dovuto. Molti paesi sono passati da ristrutturazioni del debito: l’esempio più recente è la Grecia dopo la crisi del 2011, ma in passato ci sono stati anche l’Iraq e l’Argentina.

Il fondo CRF oggi detiene più di un miliardo di dollari di crediti verso Cuba che sono stati erogati da banche europee private tra gli anni Settanta e Ottanta e che non sono mai stati pagati dopo il fallimento finanziario del paese del 1986.

Secondo i documenti processuali e alcune testimonianze di dipendenti il fondo avrebbe negli anni cercato molte volte di raggiungere un accordo con il governo cubano prima di arrivare a uno scontro legale, ma senza successo. Il fondo avrebbe anche proposto di stralciare il debito a fronte della cessione di qualche infrastruttura pubblica o di alcune proprietà dello stato, che è solitamente una delle opzioni che prevedono questi accordi quando si negozia con uno stato con poca liquidità.

La domanda che si stanno ponendo in molti è se un debito vecchio di 40 anni sia ancora esigibile. C’è comunque un precedente: nel 2000 più di 300 mila francesi hanno ricevuto indietro i loro soldi legati a titoli della Russia zarista, che erano scaduti dopo il fallimento finanziario del paese a seguito della rivoluzione del 1917.

In ogni caso, a prescindere dalla sentenza, il governo cubano potrebbe dover comunque restituire i soldi prima o poi. Fin dal fallimento del 1986 Cuba è rimasta esclusa dai mercati finanziari internazionali e non ha più potuto prendere in prestito soldi da investitori stranieri. Da allora si è finanziata grazie alla generosità degli altri paesi, che hanno erogato fondi o che le hanno abbonato i prestiti concessi in passato, come nel caso dell’Unione Sovietica, del Venezuela e della Cina.

Oltretutto Cuba non è un paese membro né del Fondo Monetario Internazionale né nella Banca Mondiale, due istituzioni tipicamente coinvolte nei casi di ristrutturazione del debito e di aiuti finanziari verso paesi poveri.