La questione dell’altezza degli uomini sulle app di appuntamenti

Per via di radicati stereotipi per molte donne è importantissimo saperla subito, prima di manifestare un eventuale interesse

(Bumble)
(Bumble)

Nelle descrizioni che gli uomini fanno di sé sui propri profili sulle app di appuntamenti come Tinder e Bumble è molto comune leggere dei riferimenti alla propria altezza: alcuni ci fanno delle battute (ad esempio sulla propria capacità di raggiungere i prodotti sugli scaffali più alti del supermercato), altri scelgono addirittura di inserire soltanto la propria altezza nel campo riservato alla biografia. La convinzione che per le donne – o per gli altri uomini, nel caso delle persone omosessuali – l’altezza del partner sia una delle cose più importanti è talmente diffusa che c’è anche chi aggiunge dei commenti tra lo scocciato e il passivo-aggressivo al riguardo, scrivendo cose come «sono alto 1,80, dato che a quanto pare dovete per forza saperlo».

Se in generale diverse ricerche dimostrano che le persone alte godono di diversi vantaggi e favoritismi all’interno della società, il tema tocca particolarmente gli uomini. In base a radicati stereotipi di genere, gli uomini alti vengono considerati da molti più virili e capaci di proteggere la partner. Al contempo, alcune donne basano la propria convinzione di essere avvenenti e femminili sull’altezza del proprio partner. All’interno delle relazioni eterosessuali, questo stereotipo – e la sua conseguenza inversa, ovvero il fatto che gli uomini bassi siano considerati meno virili e quindi meno degni di rispetto – porta sia le donne a cercare come partner un uomo che sia più alto di loro, sia molti uomini a cercare delle donne più basse di loro.

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La sensazione che l’altezza sia molto importante diventa quindi spesso una fonte di insicurezza per gli uomini (sia quelli più bassi della media statistica, sia spesso quelli che ci rientrano) che cercano una partner. E queste insicurezze vengono spesso amplificate nel momento in cui ci si rivolge alle app di dating nella propria ricerca di un partner. Il fatto che queste app propongano centinaia di persone tra cui scegliere porta molti e molte ad applicare degli standard molto stringenti per scremare la folla di profili che si trovano davanti, col rischio di diventare molto più superficiali di quanto si sarebbe incontrando una persona offline.

L’altezza degli uomini è sicuramente uno di questi standard: secondo un’analisi del 2018 del sito di dating Badoo, almeno tra gli utenti anglofoni la parola chiave più importante per ottenere dei match (ovvero un segnale di interesse corrisposto) era “6ft”, ovvero “182 cm”.

Alcune app, come Hinge, non permettono nemmeno di creare un profilo senza dichiarare la propria altezza. A ciò si aggiunge il fatto che alcune app permettono ai propri utenti che pagano per ottenere la versione “premium” di filtrare i profili dei possibili match non solo in base all’età e alla distanza geografica – cosa che viene offerta da quasi tutte le app gratuitamente – ma anche in base a preferenze molto più granulari, come l’orientamento politico, il segno zodiacale o, appunto, l’altezza.

«Le app di appuntamenti distorcono la realtà della chimica complessa, sfumata, vissuta di due persone che si trovano insieme in una stanza, indipendentemente dal fatto che vogliano uscire, baciarsi, limonare, andare a letto o costruire una vita insieme», ha detto a Buzzfeed lo psicologo Matthew Lundquist, specializzato nel rapporto tra individui e dating app. «Questo non vuol dire che non dovremmo filtrare le persone che troviamo sulle app in base a preferenze come l’età, l’opinione politica o, per dire, il loro amore per la cantante Lizzo. Ma sembra che l’altezza in particolare ci freni dal farci un’idea completa di una persona che potrebbe altrimenti essere compatibile con noi da tutti gli altri punti di vista».

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In questo contesto, le reazioni maschili dipendono moltissimo da persona a persona, e da statura a statura. Su Bumble sono tantissimi quelli che alla domanda sull’altezza posta dall’app rispondono di essere più bassi di 91 centimetri o più alti di 220 centimetri (i due estremi tra cui è possibile scegliere), sia per fare una battuta, sia come critica implicita a chi considera l’altezza dirimente. Su Tinder, che rispetto ad altre app ha la reputazione di essere usata più da chi è alla ricerca di brevi avventure sessuali che una relazione duratura, non è raro trovare uomini alti che mettono soltanto la propria altezza come descrizione, consapevoli del fatto che – soprattutto per un rapporto occasionale – è una caratteristica attraente.

Dal canto loro, così come ci sono uomini che nella bio fanno lunghe liste di cose che non tollerano nelle donne – cose come «no fumatrici, no vegane o vegetariane, no fanatiche della palestra o della discoteca» – ci sono anche donne che scrivono esplicitamente nella propria descrizione di cercare soltanto uomini sopra una certa statura. Altre domandano agli uomini con cui hanno avuto un match quanto siano alti e, talvolta, decidono di interrompere la conversazione se li ritengono troppo bassi.

È quindi piuttosto diffuso anche il fenomeno di mentire sulle app di dating, aggiungendo qualche centimetro in più alla propria altezza effettiva, lasciando che diventi un potenziale problema soltanto nel caso in cui si finisca per incontrarsi di persona. Questo trucchetto è talmente noto che il primo aprile del 2019 Tinder aveva annunciato che avrebbe introdotto presto un “verificatore di altezza”, per impedire agli utenti di fingere di essere più alti: era un pesce d’aprile, ma aveva fatto arrabbiare tantissimi uomini.

L’altezza è un tema anche sulle dating app frequentate dagli uomini gay come Grindr, comunque. «L’avversione per gli uomini più bassi è ridicolmente comune nella comunità gay, il che è particolarmente evidente quando ti trovi a dover rivelare quanto alto sei a quasi tutti i tuoi match prima che accettino di incontrarti», ha scritto su GQ il giornalista Wolfgang Ruth. «Quando arriva la domanda, il mio petto si stringe e il mio stomaco sussulta per il terrore. So come si svolgerà il resto della conversazione. Già mi viene da vomitare ogni volta che penso alle app di dating: il fatto di dover subire costantemente un interrogatorio sulla mia statura non aiuta. Dietro alla domanda “quanto sei alto?” c’è il sottotesto “vali il mio tempo?”».

«Il movimento per la body positivity include assolutamente anche gli uomini: è importante che la liberazione passi da tutti i corpi, non solo quelli di persone che si identificano con il genere femminile», dice la psicoterapeuta Lucrezia Marino, che si occupa spesso del tema sulla pagina Instagram @lumore.psi. «Le pressioni sono diverse, ma agiscono sia sugli uomini che sulle donne».