In Francia c’è stata un’altra giornata di grossi scioperi contro la riforma delle pensioni

Un cartello da un corteo a Strasburgo che dice: «No al lavoro fino alla morte» (AP Photo/Jean Francois Badias)
Un cartello da un corteo a Strasburgo che dice: «No al lavoro fino alla morte» (AP Photo/Jean Francois Badias)

Martedì in Francia c’è stata un’altra giornata di grossi scioperi per protestare contro la riforma delle pensioni proposta dal governo, dopo quelle molto partecipate del 19 e del 31 gennaio. Lunedì era iniziato in parlamento l’esame del testo di legge: il provvedimento principale e maggiormente contestato è quello che prevede l’innalzamento dell’età pensionabile nel paese da 62 a 64 anni. Il governo del presidente Emmanuel Macron ha ribadito che non intende ritirare la proposta di legge, che giudica «indispensabile» per diminuire le spese dello stato per le pensioni.

Sono state organizzate più di 200 manifestazioni in tutta la Francia: i sindacati hanno annunciato una partecipazione complessiva di circa un milione di persone (la polizia non ha ancora diffuso stime ufficiali, ma solitamente sono di gran lunga più basse rispetto a quelle dei sindacati). In generale c’è stata una grande partecipazione, ma un po’ meno rispetto alle due grandi giornate di protesta precedenti. Molte scuole sono rimaste chiuse, dal momento che gli insegnanti sono tra le categorie più presenti nelle proteste, e ci sono stati disagi sia nei trasporti ferroviari che in quelli aerei.