La Guida suprema dell’Iran Ali Khamenei ha graziato «decine di migliaia» di persone detenute

Ali Khamenei intento a pregare insieme a decine di ragazzine iraniane, dietro di lui
La Guida suprema dell'Iran Ali Khamenei mentre prega con decine di ragazzine, a Teheran, il 3 febbraio 2023 (EPA/Ufficio stampa di Khamenei, ANSA)

La Guida suprema dell’Iran Ali Khamenei, la più importante figura politica e religiosa del paese, ha graziato «decine di migliaia» di persone detenute, tra cui alcune di quelle arrestate nelle recenti proteste contro il governo. Lo ha comunicato l’agenzia di stampa statale iraniana IRNA.

L’articolo 110 della Costituzione iraniana dà alla Guida suprema del paese l’autorità di concedere la grazia dietro raccomandazione della magistratura: il capo del sistema giudiziario iraniano Gholamhossein Mohseni-Ejei ha chiesto a Khamenei di farlo perché da quando la frequenza e la partecipazione alle proteste è diminuita «un gran numero di persone, specialmente giovani» che vi avevano preso parte ora «rimpiangerebbero le loro azioni». Le manifestazioni contro il governo si sono diradate da quando sono cominciate le uccisioni di alcuni dei manifestanti condannati a morte.

La grazia concessa da Khamenei, secondo quanto riferito dai media statali iraniani, prevede una serie di condizioni. Innanzitutto non è stata concessa a nessun prigioniero che abbia una doppia nazionalità: le autorità iraniane hanno infatti descritto le proteste come sommosse sostenute da paesi stranieri. In secondo luogo per ottenere la grazia le persone detenute dovranno giurare in forma scritta di «rimpiangere» ciò che hanno fatto, ha detto il vicecapo del sistema giudiziario Sadeq Rahimi.

Infine non sarà concessa grazia alle persone accusate di alcuni reati, tra cui alcuni per cui è prevista la pena di morte. Secondo l’organizzazione per la difesa dei diritti umani Iran Human Rights, che ha sede in Norvegia, ci sono almeno 100 persone detenute che rischiano di essere condannate a morte per aver partecipato alle proteste e sono state private del diritto di parlare con un proprio legale e del diritto a un giusto processo.

Quattro persone sono già state uccise dopo essere state condannate a morte per reati legati alla proteste.

Le proteste sono le più estese dalla Rivoluzione del 1979, quella che trasformò l’Iran in una Repubblica Islamica e di cui in questo periodo dell’anno ricorre l’anniversario. Erano iniziate tre mesi fa dopo la morte in carcere di Mahsa Amini, una giovane donna arrestata a Teheran perché non indossava in maniera corretta il velo: nel giro di poco tempo si sono trasformate in una più generale rivolta contro il regime, allargandosi ad altre città. Secondo HRNA, l’agenzia di stampa delle organizzazioni attiviste per i diritti, sono circa 20mila in totale le persone arrestate per le proteste.