La Federal Reserve ha aumentato nuovamente i tassi d’interesse per contenere l’inflazione

Jerome Powell, presidente della Federal Reserve (Kevin Dietsch/Getty Images)
Jerome Powell, presidente della Federal Reserve (Kevin Dietsch/Getty Images)

Mercoledì la Federal Reserve, la banca centrale americana, ha annunciato un nuovo aumento dei tassi di interesse di 25 punti base (in termini pratici dello 0,25 per cento), portandoli fino a un intervallo compreso tra il 4,50 e il 4,75%, il più alto dal settembre del 2007. È l’ottavo aumento consecutivo e ha l’obiettivo di cercare di contenere l’inflazione, cioè l’aumento generalizzato del livello dei prezzi. È al tempo stesso però un aumento minore di quello deciso negli ultimi mesi: l’ultima volta che la Federal Reserve aveva alzato i tassi d’interesse di 25 punti era il marzo dello scorso anno, e da lì in poi li aveva alzati per quattro volte di 75 punti e a dicembre di 50 punti. È un segnale che l’economia sta progressivamente migliorando e che l’inflazione sta gradualmente scendendo (come rilevato anche in Europa).

I tassi d’interesse sono quelli a cui le banche centrali prestano denaro alle altre banche, in pratica il costo del denaro. Storicamente, l’innalzamento dei tassi è lo strumento migliore a disposizione delle banche centrali per mettere l’inflazione sotto controllo, perché aumentando il costo del denaro si riducono i fenomeni che portano a un aumento dei prezzi.

Jerome Powell, presidente della Federal Reserve, ha spiegato che è ancora presto per dire che l’economia mondiale sia effettivamente stabile, e che nei prossimi mesi è probabile che ci saranno ancora altri aumenti dei tassi d’interesse del livello di quello deciso mercoledì.