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  • Giovedì 26 gennaio 2023

Le polemiche per l’ospitata di Zelensky a Sanremo

Sono arrivate perlopiù da politici e personaggi pubblici che hanno posizioni ambigue sull'invasione russa in Ucraina

(Telegram Zelensky/Ansa)
(Telegram Zelensky/Ansa)
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Alcuni giorni fa il conduttore e direttore artistico del Festival di Sanremo Amadeus ha fatto sapere che il presidente ucraino Volodymyr Zelensky parteciperà come ospite all’ultima serata del Festival, in programma l’11 febbraio, con un intervento registrato. Amadeus ha anche detto che è stato lo stesso Zelensky a chiedere di partecipare, usando come intermediario il giornalista della RAI Bruno Vespa, e che è stato «felice» di accettare.

La notizia ha causato alcuni malumori e proteste tra politici e personaggi pubblici che in questi mesi hanno mantenuto una posizione ambigua sulla guerra, senza schierarsi a favore della Russia ma nemmeno dell’Ucraina, e adducendo talvolta giustificazioni più o meno argomentate all’invasione. Zelensky in questi mesi ha ricevuto diverse critiche, in Italia e all’estero, da chi lo ha accusato di eccessivo protagonismo mediatico e di richiedere con troppa disinvoltura che i paesi occidentali intensifichino il loro coinvolgimento nella guerra.

Tra chi ha espresso scetticismo sulla partecipazione di Zelensky c’è stato il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini. Rispondendo alle domande di alcuni giornalisti sull’invio di carri armati tedeschi all’Ucraina ha fatto un riferimento alla questione: «Diciamo che noi siamo allineati con le posizioni occidentali, speriamo che finisca il prima possibile. E speriamo che Sanremo rimanga il festival della canzone italiana». A quel punto è stato incalzato dai giornalisti sul tema, ma ha cercato di non parlarne direttamente, facendo però capire abbastanza chiaramente che a infastidirlo era proprio l’ospitata di Zelensky.

Negli scorsi giorni erano state annunciate anche alcune forme di protesta contro l’ospitata di Zelensky: quella più partecipata dovrebbe essere organizzata da un gruppo composto tra gli altri dall’ex parlamentare Alessandro Di Battista, dall’autore televisivo Carlo Freccero e dall’attore Moni Ovadia. Hanno fatto sapere che nel giorno della finale di Sanremo saranno a un evento definito “controfestival”, organizzato anche dalla Commissione DuPre (Dubbio e Precauzione): un’organizzazione che era nata inizialmente per riunire persone contrarie al Green Pass e ai vaccini contro il coronavirus e passata ultimamente a sostenere posizioni critiche verso la NATO e gli Stati Uniti, oltre che piuttosto benevole nei confronti della Russia. Dell’organizzazione fa parte anche il filosofo Massimo Cacciari.

In un’intervista al Fatto Quotidiano, Ovadia aveva criticato la cosa per la «mediatizzazione ossessiva della guerra» e aveva sostenuto che in questo modo l’Italia stesse facendo «strame della Costituzione promuovendo una deriva militarista furiosa».

Anche Diego Costacurta, un membro di un collettivo chiamato “Pecora Nera”, ha annunciato che organizzerà quel giorno una protesta per le strade di Sanremo, contro quella che definisce «propaganda bellica» durante il principale programma di intrattenimento di RAI 1. Non è chiaro che seguito avrà l’iniziativa.