Jennifer Coolidge ora viene presa sul serio

Grazie a “White Lotus”, a 61 anni l'attrice diventata famosa come mamma-di-Stifler in “American Pie” sta ottenendo i primi veri riconoscimenti della sua carriera

(Frazer Harrison/Getty Images)
(Frazer Harrison/Getty Images)
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Fino al 2020, l’attrice statunitense Jennifer Coolidge, di 61 anni, era nota principalmente per un ruolo di tanti anni fa: quello della “mamma di Stifler”, donna molto piacente e sensuale con cui uno dei protagonisti della commedia American Pie (1999), Paul Finch, perdeva la verginità. Non era stato il suo unico ruolo importante: c’è chi la ricorda nei panni della sfortunata estetista che diventa amica della studentessa di giurisprudenza Elle Woods nella commedia La rivincita delle bionde, o dell’eccentrica polacca Sophie nella sitcom 2 Broke Girls.

In tantissimi casi, fino a poco tempo fa, a Coolidge venivano offerti quasi solo ruoli marginali e caricaturali in cui la sua fisicità – labbra pronunciate, occhi quasi-socchiusi, forme prosperose – e la sua voce sensuale ma un po’ strascicata, quasi lamentosa, potessero funzionare come elemento comico: donne sexy ma un po’ volgari, oppure stralunate e sprovvedute. Era insomma una specie di caratterista, ovvero un’attrice che interpreta sempre ruoli minori, spesso eccentrici.

– Leggi anche: Cosa fanno i caratteristi

Ma le cose sono cambiate con The White Lotus, la serie tv thriller di buon successo trasmessa negli ultimi due anni dall’emittente televisiva americana HBO, in cui Coolidge interpreta la ricca, triste e manipolatoria ereditiera di mezz’età Tanya McQuoid. Quello di Coolidge è uno dei pochi personaggi protagonisti sia della prima stagione, ambientata in un resort di lusso alle Hawaii, sia della seconda, in Sicilia. Il ruolo ha fatto vincere a Coolidge il primo premio Emmy e il primo Golden Globe della sua carriera, e soprattutto le ha permesso di dimostrare di saper interpretare personaggi complessi e non solo brevi caricature. A suo dire, le ha cambiato la vita.

Nel discorso di ringraziamento per il Golden Globe per la Migliore attrice non protagonista in una serie, Coolidge ha ringraziato il produttore e sceneggiatore di The White Lotus Mike White per «averle cambiato la vita in un milione di modi diversi», a partire dal fatto che «i miei vicini di casa adesso mi parlano e mi invitano alle feste, cose così». Al di là delle battute, però, il ruolo di Tanya McQuoid sembra aver effettivamente cambiato la percezione che molti spettatori, critici e giornalisti avevano di lei, prendendo le sue capacità come attrice comica con una serietà che le era raramente stata riservata fin ora.

Coolidge si trasferì a Los Angeles per frequentare una scuola di recitazione quando aveva ventun anni: in un recente profilo su di lei pubblicato su Vulture ha raccontato che la sua prima coinquilina, un’altra aspirante attrice, le disse subito che «non la vedeva come qualcuno da mettere di fronte alla telecamera». Nello stesso periodo, un agente di casting le disse che non l’avrebbe mai chiamata per nessuno dei progetti per cui lavorava, perché «voleva solo persone attraenti per le sue soap opera». Si trasferì così a New York, ebbe per qualche anno dei problemi con le droghe e le feste – dove si presentava facendo finta di essere la figlia minore (mai esistita) dello scrittore Ernest Hemingway, Muffin – prima di unirsi a un gruppo di improvvisazione teatrale di cui facevano parte anche l’attore Will Ferrell e il comico Chris Parnell.

Il suo primo ruolo di una certa rilevanza arrivò nel 1993, a 32 anni: interpretava una delle fidanzate di Jerry Seinfeld nella storica sitcom Seinfeld. Per il resto del decennio le vennero affidati principalmente ruoli piccoli e non ricorrenti: una poliziotta sexy, una suora sexy, la “ragazza stupida” (senza nome) di un film horror di bassa risma. «La gente pensava che potessi interpretare solo un determinato tipo di ruoli: quelli della signora che entra in scena, apre una porta, dice qualcosa di divertente e poi la richiude. Sono stata inchiodata nella parte della parentesi comica», ha raccontato al Guardian nel 2021.

Nel 1999 uscì il film che la rese famosa per la prima volta: American Pie, forse la più celebre commedia adolescenziale della storia del cinema statunitense. Coolidge interpretava Janine Stifler, la madre di uno dei protagonisti, e diventò subito l’oggetto del desiderio di tantissimi adolescenti, nonché l’incarnazione di una categoria di fantasia sessuale specifica: la MILF, ovvero la “Mother I’d Like to Fuck” (“mamma con cui vorrei fare sesso” in inglese). Coolidge scherzerà poi sul fatto che essere “la mamma di Stifler” la rese talmente riconoscibile e popolare da permetterle di fare sesso con duecento uomini.

Eddie Kaye Thomas e Jennifer Coolidge in American Pie (Getty Images)

Ma, soprattutto, le fruttò ruoli un po’ più importanti, anche se comunque secondari, principalmente in commedie romantiche di grande successo che la resero anche un’icona molto amata dalla comunità gay: l’estetista Paulette a fianco di Reese Witherspoon nella serie di film La rivincita delle bionde, la matrigna di Hilary Duff in A Cinderella Story, e più tardi l’energetica (e a tratti fastidiosa) vicina di casa polacca di Kat Dennings e Beth Behrs nella sitcom 2 Broke Girls.

«La mia vita è andata in una certa direzione per tanto tempo», ha detto l’anno scorso in una lunghissima intervista a Variety, parlando del fatto di essersi convinta lei stessa, in parte, di meritare la carriera che aveva. «Continuavano a non venirmi offerte parti grandiose, ed ero giunta alla conclusione che la gente pensasse che non fossi capace di interpretarle. E poi ho deciso io stessa che non ero capace di farlo. Ci è voluto Mike White per dirmi “Penso che tu ce la possa fare”».

White, che prima di The White Lotus aveva scritto film come School of Rock e la serie Enlightened – La nuova me, è amico di Coolidge da tanto tempo, e da anni si era prefissato di scrivere finalmente una parte che le permettesse di dimostrare compiutamente le sue capacità come attrice. Inizialmente aveva proposto ad HBO Saint Patsy, una “commedia paranoica” in cui Coolidge avrebbe interpretato un’attrice sottovalutata che riceve una telefonata riguardo a un premio alla carriera di un oscuro festival cinematografico in Sri Lanka, ma si convince che il premio sia un elaborato stratagemma del suo ex fidanzato per ucciderla. Secondo White, è «la cosa migliore che abbia mai scritto», ma nessuna casa di produzione per ora l’ha acquistata.

Quando però HBO chiese a White di scrivere una serie che potesse essere girata in isolamento, durante i primi mesi della pandemia, lo sceneggiatore accettò a patto di poter includere Coolidge in un ruolo preminente, scritto apposta per lei. È quello di Tanya McQuoid, appariscente donna di mezza età che va in vacanza alle Hawaii cercando la forza di spargere le ceneri della madre, che lei amava ma che l’ha maltrattata per tutta la vita, e la trova soltanto grazie a una dipendente dell’hotel di cui brevemente si ossessiona e a cui promette di cambiare la vita. Vulnerabile, narcisista ed estremamente cosciente di essere «un’alcolista squilibrata», Tanya è uno dei personaggi più complessi di The White Lotus. «Era qualcosa di completamente nuovo», ha scritto Daniel D’Addario su Variety. «Coolidge ha interpretato personaggi ottusi innumerevoli volte, ma mai con effetti così devastanti».

Coolidge, che stava soffrendo moltissimo l’isolamento dovuto alla pandemia, inizialmente non voleva nemmeno accettare il ruolo. Oggi, però, sia lei che White (e i tanti giornalisti che l’hanno intervistata e seguita negli ultimi due anni) sono concordi nel dire che quello di Tanya è il ruolo che le ha svoltato la carriera. «A lungo mi sono sentita come se i registi fossero allenatori che dovevano chiedere agli altri attori di passarmi la palla ogni tanto. Ma adesso posso puntare al canestro», ha detto a Variety.

Jennifer Coolidge come Tanya McQuoid (HBO)

Il risultato è che Tanya è l’unico personaggio che appare anche nella seconda stagione di The White Lotus (anch’essa celebrata della critica). Il New Yorker ha definito l’interpretazione di Coolidge «un trionfo», tantissime sue battute sono diventate virali su TikTok e l’attrice ha ottenuto i primi premi seri di una carriera lunga trent’anni, tra cui un Emmy e un Golden Globe. Si è, insomma, cominciato a prenderla molto più sul serio. «I prossimi anni promettono di essere i più produttivi e vividi della carriera di Coolidge», ha scritto D’Addario.

Da parte propria, Coolidge si sta concentrando sulla riconoscenza che prova nei confronti dell’amico per averle dato questa opportunità: «Auguro ad ogni attore quello che Mike White ha fatto per me, anche a costo di fallire. Tutti vogliamo una sfida, qualcosa di veramente spaventoso che potremmo scoprire di non saper fare».