Secondo un’inchiesta di Reuters, dal 2013 l’esercito nigeriano avrebbe costretto almeno 10mila donne ad abortire senza il loro consenso

(AP Photo/Lekan Oyekanmi,File)
(AP Photo/Lekan Oyekanmi,File)

Una lunga inchiesta di Reuters ha rivelato come dal 2013 l’esercito nigeriano avrebbe condotto un programma segreto per far abortire almeno 10mila tra donne e ragazze nel nord-est del paese, senza il loro consenso. L’indagine si basa sulla testimonianza di 33 donne e ragazze costrette ad abortire e su quella di decine di altre persone tra operatori sanitari, soldati e dipendenti del governo che avrebbero attivamente partecipato al programma. Reuters dice inoltre di essere entrata in possesso di copie di documenti militari e registri di ospedali che descrivono o comunque annotano migliaia di procedure di aborto di questo genere.

Molte delle donne e ragazze in questione erano state precedentemente rapite e stuprate da militanti islamisti, e poi liberate proprio dall’esercito nigeriano, che dopo la liberazione le teneva in custodia per alcuni giorni o settimane. Gli aborti venivano realizzati in quei lassi di tempo, con l’inganno o con la forza. In molti casi alle donne venivano date pillole o fatte iniezioni con la scusa di qualche malattia, che invece servivano ad abortire: quelle che si opponevano venivano costrette con pestaggi e frustate, immobilizzazioni o somministrazione di droghe. Le più giovani di loro avevano 12 anni e le gravidanze interrotte potevano essere anche in stato molto avanzato, fino a 8 mesi. Diverse donne sono morte a causa di questi aborti (ci sono testimonianze di chi le ha seppellite), anche se Reuters non è stata in grado di capire quante.

L’obiettivo del piano non è del tutto chiaro, ma dalle testimonianze raccolte da Reuters sembrerebbe legato al fatto che le gravidanze erano state quasi tutte procurate da stupri da parte di membri di gruppi estremisti legati allo Stato Islamico: quelli che l’esercito nigeriano combatte nel nord-est del paese in una guerra che va avanti da 13 anni. Alcuni funzionari nigeriani interpellati da Reuters hanno negato il contenuto dell’inchiesta, sostenendo che sarebbe stato impossibile nascondere un piano del genere, vista la larga presenza nel paese di organizzazioni internazionali, tra cui alcune agenzie delle Nazioni Unite.