Il governo e l’opposizione del Venezuela hanno firmato un accordo preliminare per chiedere il recupero di fondi statali congelati all’estero

Jorge Rodriguez, presidente dell'Assemblea nazionale, e il delegato dell'opposizione Gerardo Blyde Perez (AP Photo/Marco Ugarte)
Jorge Rodriguez, presidente dell'Assemblea nazionale, e il delegato dell'opposizione Gerardo Blyde Perez (AP Photo/Marco Ugarte)

Il governo del Venezuela ha firmato, insieme con l’opposizione, un accordo preliminare per chiedere che vengano parzialmente rimosse le sanzioni imposte al paese nel 2019, quando si intensificò lo scontro tra il presidente Nicolás Maduro e il leader dell’opposizione, Juan Guaidó, che fu riconosciuto come presidente legittimo da buona parte della comunità internazionale. Le sanzioni furono imposte al Venezuela dagli Stati Uniti, ai tempi della presidenza di Donald Trump, per spingere Maduro a organizzare elezioni libere nel paese.

In base all’accordo preliminare, le Nazioni Unite dovrebbero istituire un apposito fondo attraverso cui il Venezuela potrà iniziare a investire i miliardi di dollari (secondo Reuters almeno tre) che si trovano in fondi statali su conti esteri e che risultano congelati dal 2019 dalle banche europee e statunitensi. L’incontro tra il governo e l’opposizione venezuelana si è svolto a Città del Messico, con mediazione della Norvegia. Il segretario di Stato statunitense Antony Blinken ha parlato dell’accordo preliminare come di un «importante passo verso il ritorno alla democrazia». È comunque un accordo preliminare e la situazione resta molto tesa e incerta, anche perché nel 2024 sono previste nuove elezioni presidenziali.