Alcuni soccorritori trasportano un corpo nella città di Datu Odin Sinsuat, provincia di Maguindanao, nel Sud delle Filippine (AP Photo)

Almeno 98 persone sono morte a causa del tifone Nalgae nelle Filippine

Negli ultimi giorni le Filippine sono state colpite dal tifone Nalgae, che ha provocato almeno 98 morti e decine di feriti: il bilancio potrebbe però aggravarsi col passare delle ore, visto che risultano ancora molte persone disperse.

Pioggia e vento causati dal tifone sono iniziati giovedì e hanno raggiunto la loro massima forza durante il fine settimana, quando hanno causato i maggiori danni soprattutto nell’isola di Mindanao, a sud dell’arcipelago, e in particolare nella provincia di Maguindanao, nella regione autonoma di Bangsamoro. Domenica il tifone si è spostato dalle Filippine nel Mar Cinese Meridionale, ma più di un milione di persone stanno ancora avendo a che fare con acque altissime e allagamenti in diverse province del paese.

Il tifone Nalgae è il più violento e distruttivo ad aver colpito quest’anno le Filippine, un paese piuttosto abituato a tempeste tropicali e disastri naturali di questo genere: in questo caso però la pioggia è stata molto più abbondante del previsto, e i soccorsi sono stati più lenti. Più di 900mila persone si sono dovute rifugiare nei centri di evacuazione e moltissime coltivazioni di riso del paese sono state danneggiate, in un momento già difficile a causa della crisi alimentare dovuta all’interruzione di forniture globali. Il presidente filippino Ferdinand Marcos Junior ha ammesso che il governo aveva sottovalutato il tifone: «Non siamo stati in grado di prevedere che il volume di acqua sarebbe stato così elevato, quindi non siamo stati in grado di avvertire la popolazione e poi di evacuarla».

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