La conduttrice televisiva russa Ksenia Sobchak, la cui famiglia ha uno stretto legame con Vladimir Putin, è fuggita dalla Russia

Ksenia Sobchak nel 2018, quando fu candidata alle presidenziali in Russia (AP Photo/Denis Tyrin)
Ksenia Sobchak nel 2018, quando fu candidata alle presidenziali in Russia (AP Photo/Denis Tyrin)

Martedì la conduttrice televisiva russa Ksenia Sobchak è fuggita dalla Russia, dopo che la polizia aveva fatto irruzione in casa sua per un’indagine che secondo le autorità era legata a due suoi soci in affari. L’agenzia di stampa statale Tass ha detto che nei suoi confronti era stato emesso un mandato di arresto. Sobchak è molto nota in Russia, sia per la sua attività televisiva sia perché la sua famiglia ha uno stretto legame con il presidente Vladimir Putin: suo padre era infatti Anatoly Sobchak, l’ex sindaco di San Pietroburgo che fu il mentore di Putin, di cui lanciò di fatto la carriera politica nominandolo come suo vice nel 1994 (Anatoly Sobchak morì nel 2000).

Sobchak, che ha 40 anni, è scappata prima in Bielorussia e poi in Lituania, un paese membro dell’Unione Europea e il cui confine è teoricamente chiuso ai viaggiatori russi, così come quello dei vicini Lettonia ed Estonia: tranne in alcuni casi specifici, come per i russi che hanno visti umanitari o che hanno doppia cittadinanza. Sobchak, che ha origini ebraiche, è riuscita a fuggire perché ha viaggiato con il suo passaporto israeliano, come ha confermato il ministero degli Interni lituano.

Nel 2018 Ksenia Sobchak fu candidata alle elezioni presidenziali russe proprio contro Putin: per la vicinanza della sua famiglia al presidente però ricevette molte accuse di essersi candidata per volere dello stesso Putin, per dare un’apparenza più regolare a elezioni in cui erano stati estromessi molti oppositori politici, e il cui esito era già scontato (alla fine Sobchak prese il 2 per cento dei voti). Sobchak ha sempre respinto le accuse e negli ultimi anni ha cercato di porsi come oppositrice di Putin, anche se secondo molti con una certa cautela: a differenza di quanto successo ad altri oppositori in Russia, nei suoi confronti non c’è mai davvero stata una forte repressione.

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