Hans Niemann, lo scacchista accusato di barare, ha intentato una causa per diffamazione in cui chiede un risarcimento di 100 milioni di dollari

 (EPA/MICHAEL THOMAS)
(EPA/MICHAEL THOMAS)

Lo scacchista statunitense Hans Niemann ha fatto causa al campione del mondo di scacchi Magnus Carlsen, al sito Chess.com e ad altre persone coinvolte nelle recenti vicende chiedendo 100 milioni di dollari di risarcimento. Nelle ultime settimane Carlsen e altri scacchisti avevano accusato pubblicamente Niemann di aver barato, perlopiù senza prove. Niemann sostiene che chi lo ha accusato lo abbia fatto con affermazioni e posizioni diffamatorie, col fine di isolarlo nel contesto scacchistico, impedendogli di fatto di giocare ai livelli a cui era abituato.

«Questo non è un gioco», hanno detto i suoi avvocati «la vita di Niemann è stata distrutta solo perché aveva talento e perché ha avuto la dedizione e l’audacia di sconfiggere il cosiddetto “re degli scacchi”». Un riferimento alla partita dal vivo di inizio settembre in cui Niemann aveva battuto Carlsen, fin lì imbattuto da decine di partite.

Come scrive il Wall Street Journal, al centro della causa intentata da Niemann c’è il rapporto finanziario tra Chess.com, Carlsen e altri importanti giocatori di scacchi, e il fatto che, come noto da tempo, Chess.com stia ultimando l’acquisizione, per una cifra pari a oltre 80 milioni di euro, di Play Magnus, l’app di Carlsen dedicata agli scacchi.

Al momento non ci sono prove e nemmeno solide teorie su come Niemann potrebbe aver barato giocando dal vivo. A inizio ottobre però Chess.com aveva pubblicato un’indagine in cui sosteneva che Niemann avesse probabilmente barato in oltre cento partite online.

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