TikTok sta diventando anche un motore di ricerca

Sta iniziando a fare concorrenza a Google, perlomeno per necessità come ricette o posti dove andare in vacanza

(AP Photo/Martin Meissner)
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Da quando Larry Page e Sergey Brin resero pubblico Google Search, nel 1997, Google ha dominato stabilmente il mercato dei motori di ricerca al punto che “googlare” è diventato sinonimo di “fare una ricerca online”. Secondo gli ultimi dati, detiene il 92% del mercato globale. Bing, il secondo motore di ricerca più usato, non supera il 4%, e già nel 2020 il Dipartimento di Giustizia statunitense aveva accusato Google di infrangere le leggi sulla concorrenza, mettendo in atto comportamenti sleali per mantenere la propria posizione di monopolio e impedendo a nuovi servizi di emergere come rivali credibili.

Negli ultimi anni, però, moltissimi hanno cominciato a sottolineare come sia sempre più difficile trovare risposte utili a molte delle proprie domande su Google per via dei tanti contenuti sponsorizzati e per la pratica, molto diffusa tra chi guadagna con le pubblicità sul proprio sito web, di scrivere contenuti il cui scopo principale non è dare delle informazioni utili, ma apparire il più in alto possibile nei risultati di ricerca.

Così, succede sempre di più che una persona che vuole trovare ricette per fare i biscotti, informazioni sulla destinazione dei propri viaggi, istruzioni per sturare un lavandino o consigli su quali serie TV guardare non si rivolga più a Google, ma vada a cercare direttamente le proprie risposte altrove. Per le notizie, è probabile che quel posto sia Twitter. Per gli acquisti, Amazon. Ma per tutto il resto, i più giovani sembrano ritenere che le risposte più interessanti si trovino su TikTok.

Di recente uno dei vice presidenti di Google, Prabhakar Raghavan, ha condiviso i risultati di una ricerca commissionata dalla sua azienda che sembrano confermare questa tendenza: «secondo i nostri studi, quasi il 40 per cento dei giovani, quando cerca un posto per il pranzo, non va su Google Maps o su Search. Vanno su TikTok o Instagram».

Almeno in parte, a Google fa comodo sottolineare che il mondo delle ricerche online si sta decentralizzando, viste le accuse di monopolio. Ma l’affermazione è sostenuta da un grande numero di aneddoti raccolti nelle scorse settimane da varie testate internazionali, sia generaliste che di settore, oltre che dagli sforzi stessi che ByteDance, l’azienda cinese a cui appartiene TikTok, sta facendo per migliorare le funzioni di ricerca all’interno della propria applicazione.

Questa settimana, per esempio, TikTok ha aumentato il limite di caratteri che si possono usare nella descrizione dei video, da 300 a 2.200. L’annuncio dice esplicitamente che la modifica è stata fatta per permettere agli utenti di includere maggiori dettagli sulla propria creazione e descrivere cosa succede nel video, rendendo quindi i contenuti più facili da trovare.

Secondo i più giovani, però, sono il formato stesso dei contenuti sull’applicazione – video verticali, che possono essere lunghi da pochi secondi a un massimo di dieci minuti e tra i quali è molto facile muoversi scorrendo in alto o in basso con il dito – e il suo preciso algoritmo di raccomandazione che rendono TikTok un ottimo posto dove cercare risposte.

«Non hanno una soglia dell’attenzione molto alta, lo dicono spesso. Vogliono ottenere le informazioni molto rapidamente e arrivare al punto della questione velocemente, senza doversi mettere a selezionare troppo», ha spiegato ad ABC News Adrienne Sheares, una consulente di social media che ha discusso a lungo con diverse persone tra i 18 e i 24 anni per comprendere le loro abitudini di ricerca.

Questo sistema funziona particolarmente bene per ottenere risposte e consigli che vorremmo avere da un essere umano: una studentessa quindicenne intervistata dal New York Times, per esempio, ha raccontato di aver capito come chiedere una lettera di raccomandazione a un professore grazie ad un paio di video girati da docenti che ha trovato su TikTok. Diversi altri parlano di come preferiscano farsi consigliare dagli utenti della piattaforma quali film guardare o quali locali provare nella propria zona, perché trovano i loro video più credibili e autentici rispetto agli articoli che troverebbero cercando le stesse cose su Google.

«Cerco cose come “negozi vintage a Parigi” o “ristoranti a Lisbona” e mi salvo le cose che sembrano buoni consigli in una piccola cartella all’interno dell’app a cui fare riferimento in un secondo momento. Ho anche una piccola cartella in cui salvo le ricette», ha raccontato a Mashable un’universitaria ventiquattrenne. La funzione che permette di salvare i video in “cartelle” diverse è stata introdotta nell’applicazione a febbraio, per permettere di tornare rapidamente a idee e consigli trovati su TikTok.

David Pierce, giornalista del sito dedicato alle notizie tecnologiche The Verge, ha deciso di passare qualche giorno a cercare tutto quello che gli serviva su TikTok prima di usare Google. «Quello che ho scoperto è stato, in un certo senso, non terribilmente sorprendente: ci sono cose per cui TikTok è un motore di ricerca assolutamente utile, anche se l’algoritmo e il contenuto di TikTok non sono ancora del tutto centrati su questo aspetto. Ma per ciò che Google sa fare meglio, non c’è concorrenza. In definitiva, non credo che Google sia davvero preoccupato per la crescente abilità di ricerca di TikTok. Ma probabilmente dovrebbe esserlo YouTube», ha scritto al termine dell’esperimento.

Se per le risposte a domande fattuali come “chi è stato il primo presidente della Repubblica italiana” o “quando è nata l’attuale fidanzata di Leonardo DiCaprio” Google rimane imbattibile, TikTok mette in difficoltà piuttosto il mercato dei blog in cui si devono leggere interi paragrafi di contenuti poco rilevanti prima di arrivare alla ricetta che si vuole provare, o i consigli di viaggio che si stavano cercando, e quello dei video di YouTube che impiegano moltissimo tempo prima di mostrare, per esempio, come aggiustare un lavandino.

Nel momento in cui si cercano contenuti meno leggeri, come quelli che hanno a che fare con la politica, la salute o l’attualità, la cosa diventa però più complessa. Secondo il Digital News Report 2022 stilato dal Reuters Institute dell’Università di Oxford, che ogni anno offre un’analisi dettagliata dello stato del giornalismo a livello mondiale, TikTok sta diventando molto rapidamente anche una fonte di informazione, soprattutto per le persone tra i 18 e i 24 anni.

Francesca Tripodi, professoressa di scienze dell’informazione presso l’Università del North Carolina a Chapel Hill, ha detto al New York Times che questa tendenza potrebbe esporre un numero crescente di persone alla disinformazione. Soltanto negli ultimi mesi, TikTok ha avuto grossi problemi di circolazione di notizie false riguardanti l’aborto e la guerra in Ucraina, diventate molto virali sulla piattaforma. Il fatto che il design dell’applicazione renda difficile reindirizzare gli utenti a siti esterni dove verificare le informazioni o ottenere maggiore contesto e approfondimento è a sua volta un problema.

Secondo Pierce, comunque, siamo molto lontani dal momento in cui TikTok diventerà la sola fonte di informazione per le persone, «ma è sempre più chiaro che una decina di link blu, con un mucchio di annunci appena etichettati in alto, un grande widget per lo shopping e molti link ai servizi di Google, non sono sempre l’interfaccia giusta per cercare qualcosa. Google sta cercando di rendere la ricerca più umana e di offrire alle persone un modo per porre domande più facilmente. TikTok offre invece una libreria consultabile senza limiti di contenuti infiniti su quasi tutti gli argomenti».