Vladimir Putin ha dato la cittadinanza russa a Edward Snowden, che nel 2013 fuggì dagli Stati Uniti dopo aver rivelato i programmi di sorveglianza segreti della NSA americana

(AP Photo/Armando Franca, File)
(AP Photo/Armando Franca, File)

Lunedì il presidente russo Vladimir Putin ha concesso la cittadinanza a Edward Snowden, l’ex analista dell’intelligence americana che da anni è al centro di una grossa storia di spionaggio negli Stati Uniti, da dove scappò nel 2013 e dove il governo vorrebbe processarlo.

Snowden lavorò per diverso tempo come collaboratore dell’Agenzia per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti (NSA): nel 2013 rese pubbliche – consegnandole a due giornali, il Washington Post e il Guardian – migliaia di documenti della NSA su un ampio programma governativo statunitense di sorveglianza di cittadini americani e stranieri, capi di stato nemici e alleati. Si procurò così un’accusa per spionaggio che, se fosse processato, ancora oggi potrebbe portarlo a scontare decenni di carcere. Per questo, Snowden fuggì prima a Hong Kong e poi in Russia, dove ricevette asilo politico.

Snowden aveva fatto domanda per la cittadinanza russa due anni fa, dicendo di voler evitare il rischio di rimanere separato da suo figlio, che è nato in Russia, durante la pandemia. Il fatto che Putin abbia deciso di concedergliela proprio ora, in un momento di forte tensione tra la Russia e i paesi occidentali a causa della guerra in Ucraina, è stato visto come una sorta di provocazione nei confronti degli Stati Uniti.

– Leggi anche: Le due settimane che mancavano nella storia di Edward Snowden