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  • Sabato 17 settembre 2022

Cosa dice la perizia sull’incidente alla funivia del Mottarone

Parla dei danni alla fune, della mancanza di controlli e delle responsabilità del personale nella caduta della cabina che causò 14 morti

Una parte della cabina della funivia del Mottarone precipitata domenica 23 maggio 2021 (ufficio stampa soccorso alpino)
Una parte della cabina della funivia del Mottarone precipitata domenica 23 maggio 2021 (ufficio stampa soccorso alpino)
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I periti incaricati dalla procura di Verbania di ricostruire cosa ha provocato l’incidente alla funivia del Mottarone, avvenuto il 23 maggio 2021, hanno depositato una perizia con oltre mille pagine, disegni e video. I risultati dicono che la caduta della cabina, che uccise 14 dei 15 passeggeri a bordo, fu provocata da un guasto al sistema frenante, ma anche dall’usura della fune dovuta alla mancanza di manutenzione e controlli. Di fatto, i periti hanno confermato il sospetto della procura: cioè che l’incidente non fu accidentale, ma causato da una gestione dell’impianto negligente.

L’incidente della funivia Stresa-Alpino-Mottarone avvenne intorno alle 12.30, quando si spezzò la fune traente dell’impianto, cioè il cavo che fa muovere la cabina. La rottura della fune avvenne quando la cabina stava per entrare nella stazione d’arrivo: improvvisamente la funivia iniziò ad andare indietro.

Il freno d’emergenza, che avrebbe dovuto entrare in funzione, non si attivò. La cabina acquistò sempre maggiore velocità e quando incrociò uno dei piloni del tracciato si sganciò dalla fune portante e si schiantò al suolo dopo una caduta di venti metri, rotolando poi lungo il pendio fino a fermarsi contro alcuni alberi.

Durante i primi interrogatori il capo degli operai della funivia, Gabriele Tadini, ammise di avere inserito dei “forchettoni”, strumenti che servono a bloccare il freno di emergenza, perché il sistema frenante non funzionava bene e faceva spesso fermare la funivia durante il percorso. Tadini fece anche i nomi di chi era a conoscenza della cosa. Se i freni fossero entrati in funzione, anche dopo la rottura della fune, la cabina si sarebbe fermata quasi subito e non sarebbe corsa all’indietro per poi precipitare.

Secondo i periti la fune traente della funivia si spezzò «a causa del degrado della fune stessa verificatosi in corrispondenza dell’innesto della fune nella testa fusa, punto più delicato della fune». L’analisi frattografica, cioè che prende in esame la rottura della fune, ha mostrato che circa il 68 per cento dei fili era già interessato da una rottura «ragionevolmente antecedente la precipitazione del 23 maggio 2021»: quindi la fune era già in gran parte consumata prima dell’incidente.

Il filo della funivia (ANSA/RAI TG1)

Per ridurre il rischio di incidenti, oltre al mantenimento del sistema frenante, sarebbero stati sufficienti controlli specifici sulla fune traente. «La prescrizione di normativa, oltre a prevedere la già citata presenza e disponibilità del freno di emergenza agente sulla fune portante, richiede anche che vengano condotti specifici e programmati controlli alla fune traente in corrispondenza dell’attacco della medesima con la testa fusa finalizzati alla sostituzione della testa fusa all’apparire dei primi segnali di degrado», si legge nella perizia.

La testa fusa è il dispositivo che aggancia la cabina della funivia alla fune stessa. Deve essere sottoposta a controlli ogni tre mesi da parte di tecnici specializzati: va smontato il manicotto che la copre sostituendo il grasso per proteggerla da eventuali infiltrazioni d’acqua. È la parte considerata più fragile dell’intero meccanismo: per legge la testa fusa deve essere sostituita ogni 5 anni. Quella della funivia del Mottarone avrebbe dovuto essere sostituita nell’ottobre del 2021, cinque mesi dopo l’incidente.

Dalle analisi, comunque, emerge che i controlli sulla testa fusa non erano mai stati fatti. «Una corretta attuazione dei controlli stessi avrebbe consentito di rilevare i segnali del degrado, ovvero la presenza di anche un solo filo rotto o segni di corrosione, e quindi di sostituire la testa fusa, così come previsto dalle norme», hanno scritto i periti.