In Iraq almeno 15 persone sono state uccise durante gli scontri tra le forze dell’ordine e i sostenitori del religioso sciita Muqtada al Sadr

Gli scontri tra le forze dell'ordine e i sostenitori di Muqtada al Sadr a Baghdad, in Iraq (AP Photo/Hadi Mizban)
Gli scontri tra le forze dell'ordine e i sostenitori di Muqtada al Sadr a Baghdad, in Iraq (AP Photo/Hadi Mizban)

Nella notte tra lunedì e martedì almeno 15 persone sono state uccise a Baghdad, la capitale dell’Iraq, nel corso di violenti scontri tra le forze dell’ordine e i sostenitori del potente religioso sciita Muqtada al Sadr. Lunedì i manifestanti avevano assaltato un palazzo del governo dopo l’annuncio di Sadr di volersi ritirare dalla politica, fatto probabilmente con l’intenzione di mettere pressione sui suoi avversari. Negli scontri sono state ferite circa 350 persone.

Gli scontri si sono concentrati soprattutto nella Zona verde della capitale, cioè quell’area della città militarmente protetta e che ospita vari edifici diplomatici e del governo e dove si trova anche il palazzo preso d’assalto dai manifestanti lunedì. La violenza è stata tale che il personale dell’ambasciata olandese è stato costretto a trasferirsi nella sede diplomatica tedesca per evitare di essere coinvolto o di essere colpito da eventuali spari.

In Iraq è in corso una grave crisi politica: il paese è senza governo da quasi dieci mesi, nel corso dei quali è emerso molto chiaramente come Sadr, che è considerato il politico più potente del paese, possa contare su un appoggio abbastanza esteso da creare instabilità politica.