La Russia ha sospeso le regolari ispezioni del suo arsenale nucleare da parte degli Stati Uniti, previste da trattati in vigore dalla fine della Guerra Fredda 

Un missile balistico russo (Russian Defense Ministry Press Service via AP)
Un missile balistico russo (Russian Defense Ministry Press Service via AP)

Lunedì il ministero degli Esteri russo ha annunciato la sospensione delle regolari ispezioni al suo arsenale nucleare da parte degli Stati Uniti: sono quelle previste dal trattato New START (Strategic Arms Reduction Treaty), in vigore tra Russia e Stati Uniti dal 2011 con l’obiettivo di monitorare i reciproci armamenti nucleari. Il governo russo ha motivato la decisione con l’impossibilità per i suoi agenti di effettuare le ispezioni sul suolo americano, a causa del blocco aereo imposto dagli Stati Uniti contro la Russia in risposta alla sua invasione dell’Ucraina.

Il trattato New START, l’ultimo grosso accordo tra le due parti su questo tipo di armi, limita a 1.550 il numero di testate nucleari a lungo raggio di ciascun paese: le regolari ispezioni reciproche servono a verificare che i termini dell’accordo siano rispettati. Il trattato era subentrato ad altri firmati dalle due parti dalla fine della Guerra Fredda e finora sempre rispettati. Le ispezioni erano state sospese durante la pandemia e avrebbero dovuto riprendere, ma il ministero degli Esteri russo ha detto che la guerra in Ucraina ha «cambiato le condizioni» precedentemente stabilite dalle due parti.

Il ministero degli Esteri russo ha aggiunto che la sospensione appena annunciata è temporanea e che ha intenzione di continuare a rispettare il trattato. L’obiettivo, probabilmente, è ottenere concessioni facendo leva sul tema delle armi nucleari. L’annuncio della Russia è stato fatto pochi giorni dopo quello del presidente americano Joe Biden sulla volontà di negoziare un nuovo accordo col governo russo, dato che il New START scade nel 2026. Per ora il governo americano non ha commentato la decisione della Russia, se non ribadendo che è importante che le ispezioni reciproche riprendano, anche nel mezzo di grandi tensioni politiche come quelle in corso.