Perché le ninfee giganti diventano così grandi

Raggiungono i 3 metri di diametro nel caso della Victoria boliviana, una specie individuata solo ora

L'artista botanica Lucy Smith e uno dei botanici ricercatori dei Kew Gardens Carlos Magdalena insieme a una ninfea della specie Victoria boliviana, il primo luglio 2022, all'interno di una serra dell'orto botanico (Leon Neal/Getty Images)
L'artista botanica Lucy Smith e uno dei botanici ricercatori dei Kew Gardens Carlos Magdalena insieme a una ninfea della specie Victoria boliviana, il primo luglio 2022, all'interno di una serra dell'orto botanico (Leon Neal/Getty Images)
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I Kew Gardens, il celebre e vasto orto botanico di Londra, hanno annunciato di aver scoperto una nuova specie di ninfea gigante. O meglio: di averne avuto un esemplare nel proprio erbario, in cui sono conservati più di 7 milioni di campioni di piante essiccate, da 177 anni, ma di averla riconosciuta solo ora. La specie è stata chiamata Victoria boliviana e finora non era stata distinta dalla Victoria amazonica.

Entrambe sono specie di ninfee native del Sud America, come i loro nomi suggeriscono, e la prima può essere definita la specie di ninfea con le foglie più grandi al mondo: possono raggiungere i 3 metri di diametro. L’attuale record d’ampiezza è detenuto da un esemplare che cresce nell’orto botanico La Rinconada di Santa Cruz, in Bolivia: le sue foglie arrivano a 3,2 metri di diametro.

Con la nuova scoperta, le specie note di ninfee giganti sono diventate tre: anche la terza è sudamericana, e si chiama Victoria cruziana.

Le tre Victoria, chiamate così in onore della regina Vittoria del Regno Unito, rientrano tra le Ninfeacee: cioè, secondo la nomenclatura scientifica, fanno parte della stessa famiglia delle ninfee europee e asiatiche sebbene abbiano dimensioni molto maggiori. In generale, tutte le ninfee sono piante erbacee acquatiche: mettono radici nei fondali di specchi d’acqua poco profondi e le loro foglie e fiori galleggiano sulla superficie.

Le specie del genere Victoria sono quelle con foglie più circolari, oltre che ampie: le foglie della V. cruziana, per quanto più piccole, possono comunque raggiungere 1 metro e 20 centimetri di diametro. Quelle più grandi possono sorreggere il peso di un bambino.

La laguna Cerro a Limpio, in Paraguay, il 13 aprile 2021: le ninfee giganti che vi crescono appartengono alla specie Victoria cruziana (Juan Carlos Meza/Getty Images)

Le foglie delle ninfee americane galleggiano senza problemi nonostante le loro dimensioni grazie alla complicata struttura di costole (le “vene” delle foglie) che hanno sulla loro faccia inferiore, quella che poggia sull’acqua. Formano un reticolo al cui interno restano intrappolate delle sacche d’aria che fungono da salvagente. Le foglie delle ninfee europee e asiatiche non hanno una struttura simile nella parte inferiore e sono meno resistenti.

Per le ninfee giganti riuscire a coprire una vasta area con le proprie foglie dà un vantaggio evolutivo, perché privano di spazio piante acquatiche concorrenti, impedendo loro di raggiungere la superficie e dunque la luce, grazie a cui le piante praticano la fotosintesi e ricavano nutrimento. Grazie alla loro resistenza, non vengono danneggiate dagli uccelli acquatici e le spine che hanno lungo i bordi le difendono dai pesci.

La nuova specie cresce nei Llanos de Moxos, una delle più grandi paludi al mondo che si trova nel nord della Bolivia; ci vivono, tra gli altri, una specie di delfino di fiume e una specie di ara in via d’estinzione. Questa specie in natura produce molti fiori nel corso dell’anno, che si schiudono uno alla volta e solo per due notti. Inizialmente i petali sono bianchi, poi diventano rosa.

Si è capito che si trattava di una specie diversa rispetto alle due già note grazie al lavoro del botanico e ricercatore dei Kew Gardens Carlos Magdalena. Sospettando che le ninfee boliviane non fossero uguali a quelle paraguaiane e amazzoniche, Carlos Magdalena chiese agli orti botanici locali di fornirgli dei semi. Nel 2016 gliene furono mandati da Santa Cruz e negli anni successivi Magdalena studiò le piante che ne erano nate, confrontandole con quelle di Victoria amazonica.

La nuova specie si distingue principalmente per la distribuzione delle spine e per la forma dei semi. La distinzione è stata poi confermata da analisi genetiche, che hanno peraltro rivelato che la Victoria boliviana è più simile alla V. cruziana che alla V. amazonica, e il tutto è stato riportato in uno studio pubblicato il 4 luglio sulla rivista Frontiers in Plant Science.

Carlos Magdalena, a destra, in mezzo a foglie di Victoria boliviana, il primo luglio 2022 ai Kew Gardens (Leon Neal/Getty Images)

In precedenza non si era potuto fare un confronto diretto perché le tre specie di Victoria non crescono nelle stesse aree geografiche – e sono piante difficili da tenere tutte nello stesso orto botanico, dato che occupano molto spazio.

La seconda scoperta è stata fatta dall’illustratrice Lucy Smith, una collaboratrice dei Kew Gardens incaricata di fare dei disegni scientifici dell’allora presunta nuova specie. Smith li ha poi messi a confronto con i disegni di ninfee giganti negli archivi dei Kew Gardens e ha riconosciuto la stessa pianta nelle illustrazioni realizzate dall’artista Walter Hood Fitch nel 1845, che aveva usato come modello un esemplare il cui seme arrivava dalla Bolivia.