La presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen (AP Photo/Geert Vanden Wijngaert)

Non è ancora arrivato il momento dell’Ucraina nell’Unione Europea

Ci sono ancora molte resistenze e difficoltà da superare, nonostante l'appoggio di Commissione Europea, Italia, Germania e Francia

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Venerdì mattina la Commissione Europea ha dato parere favorevole a concedere all’Ucraina lo status di paese candidato a entrare nell’Unione Europea. La decisione della Commissione è arrivata dopo che giovedì nella loro visita a Kiev il presidente del Consiglio italiano Mario Draghi, il presidente francese Emmanuel Macron e il cancelliere tedesco Olaf Scholz avevano detto a loro volta di essere favorevoli.

È dall’inizio dell’invasione russa che il presidente ucraino Volodymyr Zelensky chiede che i paesi europei approvino con urgenza l’adesione del paese all’Unione, e queste dichiarazioni sono state considerate da alcuni un passaggio importante in questo senso. Ma su cosa comporteranno in concreto ci sono parecchi dubbi. L’adesione di un paese all’Unione Europea è infatti un processo molto lungo e complicato, e di certo non basteranno il sostegno della Commissione Europea e di Italia, Francia e Germania per permettere all’Ucraina di entrarvi da subito.

Il giornale online Politico ha commentato le dichiarazioni con molto scetticismo, giudicandole soprattutto simboliche. Ha inoltre sottolineato come i tre leader non si siano esposti su temi più concreti, quelli in cui annunciare un impegno significa poi avere la diretta responsabilità di rispettarlo, come per esempio dare all’Ucraina le armi che chiede: «Nonostante la retorica incoraggiante, i tre leader – che rappresentano i paesi più grandi, ricchi e potenti dell’Unione Europea – non hanno annunciato alcun nuovo decisivo aiuto militare o finanziario per l’Ucraina, che potrebbe aiutare a ribaltare la guerra a favore di Kiev».

Gli scettici evidenziano inoltre come la visita sia arrivata in netto ritardo rispetto a quella di altri politici europei, e ricordano che nei mesi scorsi Macron e Scholz fossero stati criticati da Zelensky per le loro aperture verso la Russia. Macron ha ripetuto in più occasioni, di cui l’ultima pochi giorni prima della visita a Kiev, che i paesi occidentali non devono «umiliare la Russia» in questo momento, in vista di una ripresa dei dialoghi diplomatici quando finirà la guerra. Giovedì il presidente francese ha cercato di rimediare alle dure critiche ricevute per quelle dichiarazioni, sostenendo che adesso l’unica cosa che conta è che l’Ucraina vinca la guerra.

Altri giornali internazionali hanno commentato la visita dei tre leader europei a Kiev in maniera meno critica, evidenziando però ugualmente le difficoltà che nei prossimi mesi incontrerà l’Ucraina per poter aderire all’Unione. Innanzitutto l’Ucraina avrà bisogno del sostegno unanime di tutti i paesi dell’Unione Europea, e comunque la fase più difficile arriverà dopo: «Potrebbero volerci mesi o addirittura anni prima che inizino le trattative effettive», scrive il Wall Street Journal al riguardo.

L’Ucraina ha chiesto che l’adesione venga approvata con una procedura accelerata, motivandola con l’eccezionalità della guerra in corso. Ma alcuni governi europei si dicono da settimane molto scettici su una procedura di questo tipo. Danimarca e Paesi Bassi sono i paesi maggiormente contrari a un’adesione immediata, preoccupati che possano ripetersi casi come quello dell’Ungheria, un paese che utilizza i fondi europei per arricchire la propria classe di oligarchi.

Per aderire un paese deve rispondere ad alcuni criteri fondamentali, tra cui il rispetto della libertà, della democrazia, dei diritti dell’uomo, delle libertà fondamentali e dello stato di diritto. Ci sono anche alcuni criteri economici da rispettare, tra cui la presenza di un’economia di mercato libera e concorrenziale.

Analizzare tutti questi criteri richiede molto tempo e lunghissime trattative, e non è chiaro come questo processo possa essere velocizzato per l’Ucraina: l’ultimo paese a entrare era stata nel 2013 la Croazia, e c’erano voluti dieci anni perché i paesi dell’Unione accettassero la sua richiesta. I paesi più scettici all’entrata dell’Ucraina nell’Unione temono inoltre che a causa della guerra in corso il paese avrà bisogno di ancora più tempo per adeguarsi agli standard europei, dato che dovrà letteralmente ricostruire un paese semidistrutto dagli attacchi della Russia.

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