Secondo il tribunale di Milano, la valanga che nel 2017 distrusse l’Hotel Rigopiano provocando la morte di 29 persone non fu causata da un terremoto

Commemorazione delle vittime della valanga che distrusse l'Hotel Rigopiano il 18 gennaio del 2017 (ANSA/EMANUELE VALERI)
Commemorazione delle vittime della valanga che distrusse l'Hotel Rigopiano il 18 gennaio del 2017 (ANSA/EMANUELE VALERI)

Martedì la sesta sezione del Tribunale civile di Milano ha stabilito che la valanga che il 18 gennaio del 2017 distrusse l’Hotel Rigopiano, sul versante pescarese del Gran Sasso, causando la morte di 29 persone non fu provocata dalle forti scosse di terremoto rilevate quel giorno. È una sentenza importante: la presunta connessione tra la valanga e il terremoto era stata una delle questioni più discusse del processo, e uno degli argomenti principali della difesa di diversi imputati. Le eventuali responsabilità legate all’aver costruito un albergo in un punto a rischio valanghe avrebbero infatti potuto essere attenuate se la valanga fosse stata causata da un evento imprevedibile come un sisma.

La sentenza del tribunale di Milano, la prima su questo caso, è servita a respingere il ricorso presentato dalla società proprietaria dell’albergo contro una compagnia assicurativa. Il giudice ha incaricato due esperti, il sismologo Paolo Gasperini e il nivologo Massimiliano Barbolini, i quali, confermando i risultati di altri studi e perizie, hanno sostenuto la tesi del distacco naturale, per cui un lastrone di neve si sarebbe staccato dal fianco di un pendio per cause indipendenti dalle scosse di terremoto, rotolando poi a valle e travolgendo l’albergo, costruito a ridosso di un costone di montagna molto ripido. Sui fatti di Rigopiano è in corso un processo penale al tribunale di Pescara (separato da quest’ultimo di Milano) che vede imputata la proprietà dell’albergo e alcuni amministratori locali, tra gli altri.

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