È morto lo scrittore Boris Pahor

Aveva 108 anni ed era tra gli autori in lingua slovena più importanti e tradotti al mondo

(EPA/AXEL HEIMKEN)
(EPA/AXEL HEIMKEN)

Lo scrittore sloveno Boris Pahor è morto lunedì mattina a Trieste, dove era nato e dove viveva: aveva 108 anni. Fu uno degli scrittori in lingua slovena più importanti e più tradotti, più volte candidato al premio Nobel per la Letteratura. Nelle sue opere raccontò tra le altre cose le discriminazioni e le violenze contro la comunità slovena della Venezia Giulia negli anni del ventennio fascista. Lavorò per numerose riviste slovene, partecipò a circoli antifascisti sloveni e dopo la deposizione di Mussolini prese parte al Fronte di liberazione sloveno, esperienza che raccontò nel libro La città nel golfo.

Nel 1944 fu deportato in vari campi di concentramento nazisti tra cui quello di Struthof, esperienza di cui parla nel famoso libro autobiografico Necropoli (che uscì in Italia solo trent’anni dopo, nel 1997). Dal 1966 al 1991 diresse la rivista Zaliv, che divenne un punto di riferimento per la dissidenza slovena e l’opposizione al regime di Tito in Jugoslavia. Per i suoi libri e per il suo impegno politico ricevette nel corso degli anni numerosi premi e riconoscimenti.