Il parlamento del Nepal ha approvato un contestato pacchetto di finanziamenti provenienti dagli Stati Uniti

Le proteste contro gli aiuti economici provenienti dagli Stati Uniti, in Nepal (AP Photo/Niranjan Shrestha)
Le proteste contro gli aiuti economici provenienti dagli Stati Uniti, in Nepal (AP Photo/Niranjan Shrestha)

Lunedì il parlamento del Nepal ha ratificato un contestato accordo con gli Stati Uniti per ricevere un pacchetto di finanziamenti da 500 milioni di dollari, contro il quale c’erano state grosse proteste e una ferma opposizione da parte di diversi partiti, anche all’interno della coalizione di governo. A opporsi erano stati soprattutto due partiti di orientamento comunista (in particolare i politici di ispirazione maoista, tradizionalmente vicini alla Cina) secondo cui le sovvenzioni economiche degli Stati Uniti minacciavano la sovranità del paese.

Per approvare il pacchetto di aiuti, alla fine, è stato raggiunto un compromesso: il Nepal non entrerà a far parte di nessuna alleanza strategica, militare o di sicurezza che riguardi le azioni degli Stati Uniti nell’area del Pacifico.

I finanziamenti provengono dalla Millennium Challenge Corporation, un’agenzia di aiuti esteri degli Stati Uniti che esiste dal 2004. Era stato concordato dal governo del Nepal e da quello americano nel 2017 per finanziare la realizzazione di varie infrastrutture nel paese, come strade e linee elettriche. Ma la ratifica dell’accordo da parte del parlamento – necessaria alla distribuzione dei fondi – non era ancora avvenuta a causa delle grosse divisioni politiche sulla sua approvazione. Le proteste sono continuate anche domenica, davanti al parlamento, e sono state disperse dalla polizia con fumogeni e cannoni ad acqua.