A Milano c’è un nuovo posto per chi ama la scrittura

Si trova a Brera, ha lanciato un concorso per raccontare la città e organizzerà laboratori pratici dedicati all'editoria

(Laboratorio Formentini)
(Laboratorio Formentini)

Dal 2015, a Milano, c’è un luogo di incontro, confronto e formazione dedicato al mondo della scrittura e dell’editoria. Si trova a Brera, in via Marco Formentini 10, nel complesso dell’ex Canonica della Chiesa di San Carpoforo, e si chiama Laboratorio Formentini. Dal marzo del 2021 è diretto da Giacomo Papi, giornalista, scrittore ed editor, autore, tra gli altri, di I fratelli Kristmas (Einaudi, 2015), Il censimento dei radical chic (Feltrinelli, 2019) e Happydemia (Feltrinelli, 2020), nonché collaboratore del Post

Nell’attesa che a primavera partano i nuovi laboratori di scrittura, lettura, grafica ed editoria, il Laboratorio Formentini si è concentrato su Milano, nella convinzione che per raccontare le grandi trasformazioni avvenute alla città nell’ultimo decennio occorra trovare nuove voci, nuovi scrittori e scrittrici.

«Milano è sempre stata una città costruita intorno a unico centro e a cerchie che assomigliano a gironi danteschi e corrispondono alle classi sociali», spiega Giacomo Papi, «invece negli ultimi anni i centri si sono moltiplicati, si sono accesi quartieri e periferie, le notti sono sempre più popolate, ma questo ha aumentato differenze e tensioni, forse anche perché Milano è stata la prima città occidentale ad affrontare la pandemia». A parte qualche eccezione, la letteratura fa fatica a raccontare questa trasformazione se non all’interno di un racconto di genere, il giallo, che però è talvolta stereotipato. «I grandi romanzi milanesi», continua Papi, «sono spesso stati scritti da autori che arrivavano da fuori perché Milano è una città “spugna” che ha bisogno di uno sguardo forestiero per essere capita e raccontata».

In questo contesto il Laboratorio ha promosso il progetto ScriviMi, articolato in tre fasi: una serie di lezioni pubbliche e gratuite, un concorso per giovani scrittori e scrittrici e una raccolta di 23 racconti che sarà pubblicata dalla casa editrice Mondadori nel 2023. Nella prima fase, appena conclusa, scrittrici e scrittori milanesi di oggi hanno raccontato grandi scrittori e scrittrici milanesi di ieri: per esempio Daria Bignardi ha parlato di Elio Vittorini, Michele Serra di Dino Buzzati, Helena Janeczek di Lalla Romano, Giorgio Fontana di Giovanni Testori, e lo stesso Papi di Carlo Emilio Gadda.

Nella seconda fase, che inizia il 1° marzo e si conclude il 30 giugno, il Laboratorio ha promosso un concorso a cui può partecipare chi ha più di 18 anni e meno di 35 e si considera legato a Milano perché ci vive o ci ha vissuto, ci lavora o ci studia, oppure c’è passato e ne è rimasto colpito (non è necessario essere residenti e neppure il permesso di soggiorno). Si può partecipare gratuitamente inviando il proprio racconto, che deve essere inedito, ambientato nella città metropolitana di Milano contemporanea e di lunghezza compresa tra le 10.000 e le 24.000 battute. Qui si può consultare il bando nel dettaglio.

La terza fase del progetto “ScriviMi” sarà la pubblicazione di un libro con 23 racconti selezionati fra quelli inviati al concorso da una giuria composta da Helena Janeczek, Giorgio Fontana, Fabio Guarnacci, Daria Bignardi, Malika Ayane, Michele Serra, Giacomo Papi, da Alberto Rollo della casa editrice Mondadori, dalla giornalista del Corriere della Sera e della Lettura Cristina Taglietti e da Vittorio Graziani della libreria Centofiori. Gli autori dei racconti selezionati riceveranno un compenso.

Nella primavera del 2022 il Laboratorio Formentini organizzerà anche i suoi nuovi corsi: uno di scrittura (e lettura), uno di editoria e uno di grafica. Il 5 aprile comincerà “Che cosa vuol dire raccontare”, tenuto da Giacomo Papi e da Linda Fava, editor della narrativa di Mondadori, mentre a maggio partirà “Come si usano le immagini”, il laboratorio di grafica affidato allo studio FM e Tomo Tomo. “Come si pubblica un libro”, il corso di editoria che partirà in autunno, sarà gestito dalla casa editrice Il Saggiatore. Ogni laboratorio sarà composto da tre moduli di complessità e durata crescenti. Per accedere al secondo e al terzo modulo si dovrà avere frequentato il primo o avere superato una selezione.

La caratteristica fondamentale dei corsi di Formentini è la loro impostazione laboratoriale. Sono infatti ridotte al minimo le lezioni frontali e teoriche mentre ci si concentrerà sul lavoro degli studenti. Spiega infatti in un suo articolo Giacomo Papi: «La tecnica basta a sé stessa e non ha bisogno di giustificazioni ideologiche o pseudo religiose. Fare le cose, e farle bene, con la testa e le mani, nel miglior modo possibile, non è mai disdicevole. La tecnica – la capacità di scrivere, scolpire, musicare o giocare a pallone – è la via per l’arte e tutto il resto – la verità dell’uomo, l’angosciante bellezza del cosmo e la morte – è un mistero che non si può insegnare».

In un’epoca in cui tutti possono pubblicare – è questa l’altra idea fondamentale dei laboratori Formentini – tutto in un certo senso diventa editoria, e imparare a scrivere in modo chiaro, a editare un testo o a usare un’immagine si trasformano in competenze fondamentali per chiunque, ogni giorno, non solo per chi lavora in una casa editrice.

Il laboratorio di scrittura, “Che cosa vuol dire raccontare”, parte della lettura, cioè dall’idea che per insegnare a scrivere occorra prima di tutto insegnare a leggere, cioè a riconoscere punti di forza e debolezze di un testo, in modo da sviluppare il proprio stile. Anche per questo gli insegnanti non saranno scelti tra scrittori, ma tra editor, quindi tra chi per lavoro è abituato ad ascoltare, a “smontare” i testi e ad aiutare chi scrive a migliorare quello che ha scritto. Il presupposto è che oggi la scrittura sia diventata istantanea, spezzettata e con forti elementi di oralità a causa dei media digitali. È una scrittura molto più orientata al dialogo che alla narrazione, che dunque va insegnata da capo.

Il laboratorio di grafica, “Come si usano le immagini”, insegnerà prima di tutto a guardare una figura in modo da vederla e capire perché funziona o non funziona. Solo in seguito – e sarà lo scopo degli altri moduli – si potrà immaginarla e disegnarla.

Nel corso dedicato all’editoria, infine, “Come si pubblica un libro”, gli studenti lavoreranno tra loro e con gli insegnanti al publishing e al lancio di un libro immaginario. Il laboratorio non sarà rivolto soltanto a chi vorrebbe lavorare in editoria, ma anche a chi ha scritto un libro e vuole capire come pubblicarlo e promuoverlo al meglio, oppure a chi vuole semplicemente capire come curare e valorizzare un testo.