Quando possiamo dire che un cioccolato è “buono per tutti”

Non conta solo il gusto, contano anche le condizioni di lavoro di chi coltiva il cacao

(Beatrice De Blasi/Altromercato)
(Beatrice De Blasi/Altromercato)

Il cacao deriva da alcune piante del genere Theobroma, della famiglia delle Malvacee, originarie dell’America tropicale, ma oggi coltivate principalmente nella zona intertropicale dell’Africa. Nonostante sia un alimento molto diffuso e consumato, non tutti conoscono però le complessità legate alla sua produzione: storiche criticità sociali (come il lavoro minorile) cui negli ultimi decenni si sono aggiunte quelle ambientali (come la deforestazione) e grandi fluttuazioni dei prezzi.

Questi sono i problemi che racconta Altromercato, principale impresa sociale italiana del settore del commercio equo e solidale, cioè quell’insieme di società e organizzazioni che garantiscono ai consumatori che certi prodotti siano stati realizzati seguendo regole eque, costruite secondo i criteri di una filiera sostenibile per le persone e per l’ambiente.

Per questo Altromercato ha creato la campagna di sensibilizzazione “Consumi o scegli?”, ideata per far crescere la consapevolezza dei consumatori sulle loro scelte, e sul potere che hanno di influenzare il modo di lavorare delle aziende. Al centro della campagna c’è il “Cioccolato Manifesto”: realizzato da Altromercato grazie alla collaborazione con le cooperative e associazioni dei paesi produttori, questo cioccolato diventa un “manifesto” perché vuole far riflettere le persone sul valore e sul potere dei propri acquisti. Partendo dalla propria spesa si può infatti scegliere un prodotto che non solo sia “buono” per chi lo mangia, ma anche per le comunità che lo producono.

(Beatrice De Blasi/Altromercato)

Altromercato sostiene infatti che il mercato del cacao rappresenti un esempio significativo delle grandi disuguaglianze del commercio internazionale. I dati riportati dall’impresa sociale mostrano che la grande maggioranza del cacao viene prodotto in Africa, e in altri paesi del Sud del mondo, mentre i maggiori consumatori di cioccolato sono i paesi occidentali. Per riequilibrare questa situazione, in modo che il suo cioccolato sia “buono”, Altromercato in oltre 30 anni di esperienza ha preso accordi con i coltivatori dei paesi produttori, organizzati in cooperative e associazioni, per garantire loro il pagamento di un prezzo equo del cacao. Un prezzo concordato con gli stessi produttori e sempre garantito, anche nei momenti in cui il cacao viene venduto scontato o ci siano oscillazioni in borsa che ne fanno abbassare il valore.

Altromercato considera le cooperative produttrici non come semplici fornitori, ma come partner del suo progetto per la costruzione di un mercato più etico e sostenibile. Si tratta di organizzazioni che fanno parte della rete del commercio equo e solidale alle quali viene fornita una formazione continua, anche in loco, e un accesso al credito facilitato, necessario per poter prefinanziare i raccolti di cacao e l’acquisto di materie prime per la produzione.

Per garantire la sostenibilità ambientale della produzione vengono utilizzati metodi tradizionali, come le coltivazioni all’ombra di altri alberi (le piante di Theobroma sono infatti molto delicate, mal sopportano la luce diretta e le variazioni di temperatura) che proteggono così il suolo dall’erosione. Le cooperative partner di Altromercato inoltre diversificano le loro coltivazioni, seminando oltre al cacao diverse varietà di piante e alberi a uso e consumo locali. In questo modo contribuiscono anche a combattere il disboscamento, conseguenza delle coltivazioni intensive. Sempre in ambito ambientale grande attenzione viene data anche alla logistica: Altromercato si impegna a far viaggiare le merci in container pieni, ottimizzando quindi i consumi per il trasporto. Inoltre il packaging dei prodotti è realizzato in materiali riciclabili.

Simbolo di questa collaborazione tra le cooperative e Altromercato è proprio il “Cioccolato Manifesto”, il cioccolato equo e solidale che rappresenta un “manifesto” di un certo tipo di scelte, più consapevoli del loro impatto sulla vita dei lavoratori e sull’ambiente. È un cioccolato fondente extra 70 per cento, cioè realizzato con una percentuale di cacao superiore al 70 per cento, in questo caso quello della varietà National Arriba, e dolcificato con zucchero di canna integrale Dulcita, provenienti entrambi dall’Ecuador. La confezione è in carta, quindi interamente riciclabile. Si può acquistare il “Cioccolato Manifesto” in tutte le botteghe Altromercato e sullo shop online.

Per raccontare come viene prodotto il suo “Cioccolato Manifesto”, e far riflettere gli ascoltatori, Altromercato ha realizzato anche un documentario in forma di podcast: quattro consumatori reagiscono, e capiscono così le conseguenze delle proprie scelte d’acquisto, alla storia di un contadino dell’Ecuador, che descrive i luoghi in cui nasce il cacao e racconta delle persone che se ne prendono cura da generazioni, ripercorrendo le sfide e i cambiamenti che le comunità locali hanno dovuto affrontare nel corso degli ultimi decenni.

(Altromercato)