Come crescere bambine e bambini fuori dalla “bolla”

Superare le posizioni polarizzate nella comunicazione scientifica è l'obiettivo di Uppa, che si aggiorna grazie a una nuova direttrice per la rivista, un podcast e un canale sul benessere

Illustrazione di Naida Mazzenga
Illustrazione di Naida Mazzenga

Negli ultimi anni, anche a causa della pandemia, è diventata sempre più evidente l’importanza di una corretta comunicazione sui temi scientifici. Nel contesto dei media di oggi, però, non sempre è facile verificarne l’affidabilità, anche per via del continuo moltiplicarsi di fonti, esperti, notizie. Inoltre a causa di alcuni meccanismi tipici del giornalismo attuale, non sempre questo tipo di informazione riesce a spiegare e divulgare correttamente la complessità di molti fenomeni.

C’è chi prova a mettere un po’ d’ordine in questo panorama talvolta caotico: Uppa, casa editrice e magazine, si dedica ai temi della genitorialità e dell’infanzia, ospitando i contributi di pediatri, pedagogisti, psicologi, ostetriche e altri esperti. Per rispondere agli accresciuti bisogni dei lettori, Uppa ha deciso di espandere le proprie capacità divulgative, e di aggiornarsi attraverso una serie di iniziative e di scelte editoriali. La prima è l’arrivo, come direttrice responsabile della rivista, di Roberta Villa, medica e giornalista scientifica, che ha fatto un lavoro di divulgazione molto seguito sui temi della COVID-19. Villa affiancherà il CEO di Uppa Lorenzo Calia alla guida del progetto.

Spiegano Villa e Calia che Uppa continuerà a portare avanti una linea editoriale basata su ricerche scientifiche esposte con chiarezza e rigore. Proseguirà inoltre a confezionare un prodotto bello da vedere: «Un design più contemporaneo, e anche meno accademico, fa parte della nostra idea comunicativa» spiega Calia. «La scienza è parte della cultura, e rendere tale contenuto “bello” permette alle persone di fruirlo più volentieri». È anche un modo per «scendere dal piedistallo», dice Calia, cioè avvicinare l’esperto al pubblico, superando le forme spesso retrò e respingenti della comunicazione scientifica tradizionale.

Partendo da queste premesse, Uppa ha però intenzione di rafforzare la propria indipendenza e autonomia. L’obiettivo è infatti consolidare il rapporto con la sua comunità di lettori e lettrici. Uppa è una realtà editoriale che non basa il suo modello di business sulla pubblicità: è invece finanziata direttamente dai suoi lettori e lettrici, grazie agli abbonamenti.

Villa sintetizza questo nuovo corso di Uppa con la parola “ascolto”, la capacità di ascoltare i lettori, i loro bisogni e le loro richieste. Un processo che avverrà anche attraverso i social, che per la neo-direttrice sono un luogo privilegiato in cui raccogliere le necessità delle giovani famiglie. L’obiettivo è fare di Uppa una “piattaforma di dialogo” finalizzata a creare empowerment: dare cioè la possibilità agli utenti di acquisire competenze e informazioni corrette che permettano scelte consapevoli. Villa vuole farlo «uscendo un po’ anche da quell’ottica per cui chi sa la medicina è competente, e tutti gli altri sono degli analfabeti funzionali».

Tutto questo è complementare «all’abbattimento delle bolle comunicative», spiega Villa, cioè il superamento di quel meccanismo di polarizzazione, che si è acutizzato durante la pandemia, di scontro fra opposte posizioni. La neo-direttrice di Uppa vuole proseguire quel «percorso culturale della medicina iniziato prima della pandemia, e cioè il passaggio da un atteggiamento paternalistico – tu sei il medico e mi dici cosa devo fare e io lo faccio – a un atteggiamento che veda il paziente sempre più protagonista, soggetto e non solo oggetto della sua cura». Il divulgatore scientifico non è «quello che bacchetta l’ignorante», ma quello che si sforza di spiegare a tutti, anche superandone le paure irrazionali.

Questa rinnovata linea editoriale di Uppa è simboleggiata da una nuova identità visuale: nel nuovo logo la U di Uppa rappresenta un adulto chino su un bambino in un gesto di cura. Inoltre Uppa diventerà sempre più un ecosistema: verranno potenziati nuovi “canali” sui quali i genitori potranno trovare tutte le informazioni necessarie. Non solo la rivista, dunque, ma i social, le newsletter (come Passo dopo passo), i libri e infine un podcast. Da febbraio sarà infatti online Houston abbiamo un bambino, ideato da Calia e dall’autrice Miriam Lepore, in cui saranno raccontate sei storie di altrettante famiglie che hanno dovuto affrontare, quasi esclusivamente da sole, diverse difficoltà, diventando genitori più consapevoli e competenti.

Pur mantenendo il focus sulle giovani famiglie, Uppa allargherà progressivamente la propria produzione ai temi della salute e del benessere psicofisico della persona, senza limiti di età, con lo stesso spirito con cui fino ad oggi si è occupata di salute infantile. Un modo per rendere la divulgazione su temi scientifici una parte integrante della cultura generale di ogni persona. A primavera 2022 Uppa aprirà infatti anche un nuovo canale digitale, Supernova, che ospiterà fra gli altri i contributi della psicologa Alessia Romanazzi, della sessuologa Leni e del divulgatore scientifico che si occupa di autismo Fabrizio Acanfora.