La Corea del Nord ha testato il secondo missile nel giro di una settimana

(Chung Sung-Jun/Getty Images)
(Chung Sung-Jun/Getty Images)

Nella notte fra lunedì e martedì la Corea del Nord ha compiuto un nuovo test missilistico, il secondo nel giro di una settimana, rilevato fra gli altri dal sistema difensivo del Giappone e della Corea del Sud. Non ci sono ancora molti dettagli ma sembra che sia stato lanciato un missile balistico, cioè di quelli con una traiettoria parabolica. Il 5 gennaio la Corea del Nord aveva invece dichiarato di avere testato «con successo» un missile ipersonico, cioè un missile che viaggia molto più veloce del suono ed è molto difficile da intercettare.

In quell’occasione il Joint Chief of Staff della Corea del Sud, l’organo più importante delle forze armate sudcoreane, aveva detto di non ritenere plausibile che la Corea del Nord avesse le tecnologie necessarie per costruire un missile ipersonico. Riguardo all’ultimo lancio ha detto invece che sarebbe un missile balistico, ma con una tecnologia più avanzata di quella del missile del 5 gennaio, senza però aggiungere altri dettagli.

Il test è avvenuto poche ore dopo che cinque paesi occidentali più il Giappone avevano condannato con parole molto dure il lancio del 5 gennaio, accusando la Corea del Nord di «azioni destabilizzanti» che «minacciano la stabilità della regione». Secondo l’agenzia stampa giapponese Kyodo, che cita fonti governative, il missile sarebbe atterrato nella zona economica esclusiva del mare del Giappone.

Non è chiaro perché la Corea del Nord abbia ripreso la sua attività di test missilistici proprio in questi giorni. Nel suo discorso di fine anno il dittatore nordcoreano Kim Jong-un aveva comunque sottolineato la necessità di continuare a concentrarsi sui sistemi militari del paese.

I missili balistici vengono sparati quasi in verticale, escono dall’atmosfera e precipitano veloci sul loro bersaglio: sono quasi impossibili da fermare, anche se hanno una traiettoria prevedibile che permette ai sistemi di difesa di provare a colpirli prima che cadano al suolo. Grazie all’avanzamento nella tecnologia delle armi, possono essere trasformati in modo relativamente semplice in armi nucleari.