Perché la notte di Capodanno è “San Silvestro”

Cosa lega il 33esimo papa della Chiesa cattolica ai festeggiamenti del nuovo anno? In realtà poco o niente

I preparativi per i festeggiamenti della vigilia di Capodanno a Times Square, New York (Rob Kim/Getty Images)
I preparativi per i festeggiamenti della vigilia di Capodanno a Times Square, New York (Rob Kim/Getty Images)

“Capodanno” è il nome che, intuitivamente, corrisponde al primo giorno dell’anno, anche se viene spesso usato per definire la sera precedente, quella delle feste e dei veglioni e che è più precisamente la notte di San Silvestro, dal nome del santo celebrato nel calendario. Non ci sono però particolari legami tra la vigilia del nuovo anno e  San Silvestro, che semplicemente morì in quel giorno nel 335. Fu il 33esimo papa della Chiesa cattolica con il nome di Silvestro I tra il 314 e il 335.

Il Capodanno non è sempre stato festeggiato il 1º gennaio, e la festa per molto tempo, specialmente nel Medioevo, fu fissata in diverse date a seconda della città. Come aveva raccontato Leonardo Tondelli sul suo blog sul Postfino al Settecento ognuno festeggiava il Capodanno un po’ quando gli pareva:

«Non c’era consenso nemmeno tra una città e l’altra: a Venezia l’anno iniziava il primo marzo, perciò dicembre era davvero il decimo mese. A Firenze cominciava il 25 marzo: a Pisa anche, ma c’era un anno di differenza, così, per il piacere di complicarsi la vita. In Francia si cominciava con la Pasqua. Era una festa mobile, quindi ogni anno aveva un numero di giorni diversi. A Bisanzio, ma anche nel meridione e in Sardegna, si cominciava il primo settembre».

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Non bastò nemmeno l’introduzione del calendario gregoriano nel 1582 a risolvere la questione: benché avesse stabilito una nuova divisione dei mesi dell’anno rispetto al calendario giuliano in vigore dal 46 a.C., non aveva però fissato una data per l’inizio dell’anno, così che a lungo le varie città del Sacro Romano Impero continuarono a festeggiare il Capodanno quando volevano.

Fu solo Papa Innocenzo XII nel 1691 a perfezionare il calendario del suo predecessore, stabilendo che l’anno dovesse iniziare il 1° gennaio, cioè nel giorno della festa della circoncisione di Gesù, che nella tradizione ebraica avveniva otto giorni dopo la nascita (anche se Gesù con ogni probabilità non nacque realmente il 25 dicembre).

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