A Rotterdam due persone sono state ferite durante una manifestazione contro le restrizioni per il coronavirus

Fermoimmagine di un video della protesta contro le restrizioni decise dal governo olandese per contrastare il coronavirus a Rotterdam, il 19 novembre 2021 (Media TV Rotterdam via AP, La Presse)
Fermoimmagine di un video della protesta contro le restrizioni decise dal governo olandese per contrastare il coronavirus a Rotterdam, il 19 novembre 2021 (Media TV Rotterdam via AP, La Presse)

Venerdì sera a Rotterdam, nei Paesi Bassi, ci sono stati scontri violenti tra la polizia e le persone che partecipavano a un corteo contro le restrizioni per il coronavirus: almeno due persone sono state ferite, ha detto la portavoce della polizia Patricia Wessels a Reuters. I manifestanti hanno dato fuoco ad alcune automobili e lanciato pietre contro i poliziotti, che hanno reagito usando getti d’acqua e sparando colpi di avvertimento. «Abbiamo anche sparato alcuni colpi più diretti perché c’erano situazioni in cui gli agenti rischiavano la vita», ha detto Wessels, spiegando che è in corso un’indagine per capire come le due persone siano state ferite.

Dal 13 novembre nei Paesi Bassi è in vigore una sorta di “lockdown parziale”, anche se con misure molto meno rigide rispetto ai lockdown imposti nei mesi più duri della pandemia in gran parte del mondo. Bar, ristoranti e alberghi devono chiudere alle 20 e le attività commerciali “non essenziali” alle 18, gli eventi sportivi si devono tenere a porte chiuse e le visite nelle abitazioni private sono limitate a un massimo di quattro persone. Possono però restare aperti cinema e teatri. Il governo ha inoltre consigliato fortemente di lavorare da casa, quando possibile.

Le restrizioni dureranno almeno tre settimane e riguarderanno tutta la popolazione, sia le persone vaccinate che quelle non vaccinate. Nel paese, che ha poco più di 17 milioni di abitanti, le persone con più di 12 anni che hanno completato il ciclo di vaccinazione sono l’82,4 per cento.

La protesta a Rotterdam riguardava in particolare i piani del governo di restringere l’accesso ai luoghi chiusi alle persone munite di un pass simile al “Green Pass” italiano.