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Le due facce della tempesta Vaia

Il paesaggio che ha lasciato Vaia: i tronchi schiantati ancora da recuperare, le piante sane e floride e quelle colpite da bostrico tipografo. Il bostrico è un insetto dell'ordine dei coleotteri, lungo dai tre ai quattro millimetri, che attacca gli abeti rossi (solo loro, non il larice, né le altre piante presenti), che hanno subito un trauma. «Le femmine raggiungono i rami dell'abete rosso e, lavorando con le mandibole, scavano una galleria ad anello che abbraccia tutto il ramo e vi depongono piccole uova. A loro volta le larve scavano ognuna per proprio conto una galleria, facendo spesso spezzare rami o tronchi; raggiunta la maturità, escono all’aria aprendosi una strada attraverso la corteccia». (Valentina Lovato/Il Post)

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Le due facce della tempesta Vaia

Il paesaggio che ha lasciato Vaia: i tronchi schiantati ancora da recuperare, le piante sane e floride e quelle colpite da bostrico tipografo. Il bostrico è un insetto dell'ordine dei coleotteri, lungo dai tre ai quattro millimetri, che attacca gli abeti rossi (solo loro, non il larice, né le altre piante presenti), che hanno subito un trauma. «Le femmine raggiungono i rami dell'abete rosso e, lavorando con le mandibole, scavano una galleria ad anello che abbraccia tutto il ramo e vi depongono piccole uova. A loro volta le larve scavano ognuna per proprio conto una galleria, facendo spesso spezzare rami o tronchi; raggiunta la maturità, escono all’aria aprendosi una strada attraverso la corteccia». (Valentina Lovato/Il Post)

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Le due facce della tempesta Vaia

Il paesaggio che ha lasciato Vaia: i tronchi schiantati ancora da recuperare, le piante sane e floride e quelle colpite da bostrico tipografo. Il bostrico è un insetto dell'ordine dei coleotteri, lungo dai tre ai quattro millimetri, che attacca gli abeti rossi (solo loro, non il larice, né le altre piante presenti), che hanno subito un trauma. «Le femmine raggiungono i rami dell'abete rosso e, lavorando con le mandibole, scavano una galleria ad anello che abbraccia tutto il ramo e vi depongono piccole uova. A loro volta le larve scavano ognuna per proprio conto una galleria, facendo spesso spezzare rami o tronchi; raggiunta la maturità, escono all’aria aprendosi una strada attraverso la corteccia». (Valentina Lovato/Il Post)

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Le due facce della tempesta Vaia

Il paesaggio che ha lasciato Vaia: i tronchi schiantati ancora da recuperare, le piante sane e floride e quelle colpite da bostrico tipografo. Il bostrico è un insetto dell'ordine dei coleotteri, lungo dai tre ai quattro millimetri, che attacca gli abeti rossi (solo loro, non il larice, né le altre piante presenti), che hanno subito un trauma. «Le femmine raggiungono i rami dell'abete rosso e, lavorando con le mandibole, scavano una galleria ad anello che abbraccia tutto il ramo e vi depongono piccole uova. A loro volta le larve scavano ognuna per proprio conto una galleria, facendo spesso spezzare rami o tronchi; raggiunta la maturità, escono all’aria aprendosi una strada attraverso la corteccia». (Claudio Caprara/Il Post)

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Le due facce della tempesta Vaia

In mezzo a questi alberi ci può essere un "albero di risonanza". Non più di uno su mille, ma c'è. Stradivari veniva alle Pale di San Martino per scegliere il legno con cui realizzare i violini. «Un abete rosso ogni mille ha certe caratteristiche, che dipendono da condizioni particolari della crescita (c'è chi dice che dipendano dal clima, altri che siano il risultato della presenza di un virus... probabilmente è un complesso di fattori: terreno, esposizione al sole, altitudine, che danno a certe piante caratteristiche particolari). Non si possono distinguere rispetto agli altri. I liutai che dicono di riconoscerli prima dell'abbattimento raccontano balle», sostiene Ilario Cavada, della Forestale della Val di Fiemme. (Claudio Caprara/Il Post)

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Le due facce della tempesta Vaia

In mezzo a questi alberi ci può essere un "albero di risonanza". Non più di uno su mille, ma c'è. Stradivari veniva alle Pale di San Martino per scegliere il legno con cui realizzare i violini. «Un abete rosso ogni mille ha certe caratteristiche, che dipendono da condizioni particolari della crescita (c'è chi dice che dipendano dal clima, altri che siano il risultato della presenza di un virus... probabilmente è un complesso di fattori: terreno, esposizione al sole, altitudine, che danno a certe piante caratteristiche particolari). Non si possono distinguere rispetto agli altri. I liutai che dicono di riconoscerli prima dell'abbattimento raccontano balle», sostiene Ilario Cavada, della Forestale della Val di Fiemme. (Claudio Caprara/Il Post)

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Le due facce della tempesta Vaia

In mezzo a questi alberi ci può essere un "albero di risonanza". Non più di uno su mille, ma c'è. Stradivari veniva alle Pale di San Martino per scegliere il legno con cui realizzare i violini. «Un abete rosso ogni mille ha certe caratteristiche, che dipendono da condizioni particolari della crescita (c'è chi dice che dipendano dal clima, altri che siano il risultato della presenza di un virus... probabilmente è un complesso di fattori: terreno, esposizione al sole, altitudine, che danno a certe piante caratteristiche particolari). Non si possono distinguere rispetto agli altri. I liutai che dicono di riconoscerli prima dell'abbattimento raccontano balle», sostiene Ilario Cavada, della Forestale della Val di Fiemme. (Claudio Caprara/Il Post)

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Le due facce della tempesta Vaia

In mezzo a questi alberi ci può essere un "albero di risonanza". Non più di uno su mille, ma c'è. Stradivari veniva alle Pale di San Martino per scegliere il legno con cui realizzare i violini. «Un abete rosso ogni mille ha certe caratteristiche, che dipendono da condizioni particolari della crescita (c'è chi dice che dipendano dal clima, altri che siano il risultato della presenza di un virus... probabilmente è un complesso di fattori: terreno, esposizione al sole, altitudine, che danno a certe piante caratteristiche particolari). Non si possono distinguere rispetto agli altri. I liutai che dicono di riconoscerli prima dell'abbattimento raccontano balle», sostiene Ilario Cavada, della Forestale della Val di Fiemme. (Claudio Caprara/Il Post)

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Le due facce della tempesta Vaia

Lago Nero, in località Monte Corno, è un distretto forestale. Il lago è una torbiera, certificata FSC, interessante per le specie rare che ci sono: sia animali, come il gallo cedrone, la libellula e diversi anfibi, sia vegetali, come la drosera (una pianta carnivora) e il mirtillo di palude, che vive solo nelle torbiere di alta quota. La torbiera è circondata da boschi, soprattutto di abete rosso, le cosiddette "pecete". In parte sono ancora visibili i danni che ha causato la tempesta Vaia. (Valentina Lovato/Il Post)

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Le due facce della tempesta Vaia

Lago Nero, in località Monte Corno, è un distretto forestale. Il lago è una torbiera, certificata FSC, interessante per le specie rare che ci sono: sia animali, come il gallo cedrone, la libellula e diversi anfibi, sia vegetali, come la drosera (una pianta carnivora) e il mirtillo di palude, che vive solo nelle torbiere di alta quota. La torbiera è circondata da boschi, soprattutto di abete rosso, le cosiddette "pecete". In parte sono ancora visibili i danni che ha causato la tempesta Vaia. (Claudio Caprara/Il Post)

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Le due facce della tempesta Vaia

Lago Nero, in località Monte Corno, è un distretto forestale. Il lago è una torbiera, certificata FSC, interessante per le specie rare che ci sono: sia animali, come il gallo cedrone, la libellula e diversi anfibi, sia vegetali, come la drosera (una pianta carnivora) e il mirtillo di palude, che vive solo nelle torbiere di alta quota. La torbiera è circondata da boschi, soprattutto di abete rosso, le cosiddette "pecete". In parte sono ancora visibili i danni che ha causato la tempesta Vaia. (Claudio Caprara/Il Post)

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Le due facce della tempesta Vaia

Lago Nero, in località Monte Corno, è un distretto forestale. Il lago è una torbiera, certificata FSC, interessante per le specie rare che ci sono: sia animali, come il gallo cedrone, la libellula e diversi anfibi, sia vegetali, come la drosera (una pianta carnivora) e il mirtillo di palude, che vive solo nelle torbiere di alta quota. La torbiera è circondata da boschi, soprattutto di abete rosso, le cosiddette "pecete". In parte sono ancora visibili i danni che ha causato la tempesta Vaia. (Claudio Caprara/Il Post)

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Le due facce della tempesta Vaia

Parlando con Elisabetta Zanetti, la vivaista della “Magnifica”, abbiamo scoperto che il legno del larice è molto pregiato: più elastico e "lavorabile". L'abete rosso, la specie più diffusa in questi boschi, cresce più lentamente degli altri, il suo legno è tra i più richiesti sul mercato. Fino agli anni '50 una pianta di abete rosso produceva un reddito tale da permettere la sopravvivenza di una famiglia intera. Con il legno ricavato dagli schianti provocati da Vaia, per diversi anni, non ci saranno tagli di alberi. (Claudio Caprara/Il Post)

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Le due facce della tempesta Vaia

Parlando con Elisabetta Zanetti, la vivaista della “Magnifica”, abbiamo scoperto che il legno del larice è molto pregiato: più elastico e "lavorabile". L'abete rosso, la specie più diffusa in questi boschi, cresce più lentamente degli altri, il suo legno è tra i più richiesti sul mercato. Fino agli anni '50 una pianta di abete rosso produceva un reddito tale da permettere la sopravvivenza di una famiglia intera. Con il legno ricavato dagli schianti provocati da Vaia, per diversi anni, non ci saranno tagli di alberi. (Claudio Caprara/Il Post)

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Le due facce della tempesta Vaia

Parlando con Elisabetta Zanetti, la vivaista della “Magnifica”, abbiamo scoperto che il legno del larice è molto pregiato: più elastico e "lavorabile". L'abete rosso, la specie più diffusa in questi boschi, cresce più lentamente degli altri, il suo legno è tra i più richiesti sul mercato. Fino agli anni '50 una pianta di abete rosso produceva un reddito tale da permettere la sopravvivenza di una famiglia intera. Con il legno ricavato dagli schianti provocati da Vaia, per diversi anni, non ci saranno tagli di alberi. (Claudio Caprara/Il Post)

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Parlando con Elisabetta Zanetti, la vivaista della “Magnifica”, abbiamo scoperto che il legno del larice è molto pregiato: più elastico e "lavorabile". L'abete rosso, la specie più diffusa in questi boschi, cresce più lentamente degli altri, il suo legno è tra i più richiesti sul mercato. Fino agli anni '50 una pianta di abete rosso produceva un reddito tale da permettere la sopravvivenza di una famiglia intera. Con il legno ricavato dagli schianti provocati da Vaia, per diversi anni, non ci saranno tagli di alberi. (Claudio Caprara/Il Post)

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Parlando con Elisabetta Zanetti, la vivaista della “Magnifica”, abbiamo scoperto che il legno del larice è molto pregiato: più elastico e "lavorabile". L'abete rosso, la specie più diffusa in questi boschi, cresce più lentamente degli altri, il suo legno è tra i più richiesti sul mercato. Fino agli anni '50 una pianta di abete rosso produceva un reddito tale da permettere la sopravvivenza di una famiglia intera. Con il legno ricavato dagli schianti provocati da Vaia, per diversi anni, non ci saranno tagli di alberi. (Claudio Caprara/Il Post)

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Parlando con Elisabetta Zanetti, la vivaista della “Magnifica”, abbiamo scoperto che il legno del larice è molto pregiato: più elastico e "lavorabile". L'abete rosso, la specie più diffusa in questi boschi, cresce più lentamente degli altri, il suo legno è tra i più richiesti sul mercato. Fino agli anni '50 una pianta di abete rosso produceva un reddito tale da permettere la sopravvivenza di una famiglia intera. Con il legno ricavato dagli schianti provocati da Vaia, per diversi anni, non ci saranno tagli di alberi. (Claudio Caprara/Il Post)

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Parlando con Elisabetta Zanetti, la vivaista della “Magnifica”, abbiamo scoperto che il legno del larice è molto pregiato: più elastico e "lavorabile". L'abete rosso, la specie più diffusa in questi boschi, cresce più lentamente degli altri, il suo legno è tra i più richiesti sul mercato. Fino agli anni '50 una pianta di abete rosso produceva un reddito tale da permettere la sopravvivenza di una famiglia intera. Con il legno ricavato dagli schianti provocati da Vaia, per diversi anni, non ci saranno tagli di alberi. (Claudio Caprara/Il Post)

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Le due facce della tempesta Vaia

Parlando con Elisabetta Zanetti, la vivaista della “Magnifica”, abbiamo scoperto che il legno del larice è molto pregiato: più elastico e "lavorabile". L'abete rosso, la specie più diffusa in questi boschi, cresce più lentamente degli altri, il suo legno è tra i più richiesti sul mercato. Fino agli anni '50 una pianta di abete rosso produceva un reddito tale da permettere la sopravvivenza di una famiglia intera. Con il legno ricavato dagli schianti provocati da Vaia, per diversi anni, non ci saranno tagli di alberi. (Claudio Caprara/Il Post)

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Il Post è una testata registrata presso il Tribunale di Milano, 419 del 28 settembre 2009 - ISSN 2610-9980