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Scampoli di normalità in carcere

I detenuti in Italia, secondo l’ultimo rapporto dell’Associazione Antigone, sono oltre 53 mila: le donne sono il 4,2%, 2228. L’ordinamento penitenziario prevede che un detenuto possa lavorare fuori e tornare in carcere a dormire. Si tratta di una formula che è utilizzata per accompagnare le persone all'uscita. Soprattutto in caso di lunghe detenzioni, interrompere la routine carceraria è un trauma. Lavorare in un ambiente diverso è utile al recluso che comincia a ritrovare spazi di libertà.
(Claudio Caprara/Il Post)

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Scampoli di normalità in carcere

I detenuti in Italia, secondo l’ultimo rapporto dell’Associazione Antigone, sono oltre 53 mila: le donne sono il 4,2%, 2228. L’ordinamento penitenziario prevede che un detenuto possa lavorare fuori e tornare in carcere a dormire. Si tratta di una formula che è utilizzata per accompagnare le persone all'uscita. Soprattutto in caso di lunghe detenzioni, interrompere la routine carceraria è un trauma. Lavorare in un ambiente diverso è utile al recluso che comincia a ritrovare spazi di libertà.
(Claudio Caprara/Il Post)

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Scampoli di normalità in carcere

I detenuti in Italia, secondo l’ultimo rapporto dell’Associazione Antigone, sono oltre 53 mila: le donne sono il 4,2%, 2228. L’ordinamento penitenziario prevede che un detenuto possa lavorare fuori e tornare in carcere a dormire. Si tratta di una formula che è utilizzata per accompagnare le persone all'uscita. Soprattutto in caso di lunghe detenzioni, interrompere la routine carceraria è un trauma. Lavorare in un ambiente diverso è utile al recluso che comincia a ritrovare spazi di libertà.
(Claudio Caprara/Il Post)

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Scampoli di normalità in carcere

I detenuti in Italia, secondo l’ultimo rapporto dell’Associazione Antigone, sono oltre 53 mila: le donne sono il 4,2%, 2228. L’ordinamento penitenziario prevede che un detenuto possa lavorare fuori e tornare in carcere a dormire. Si tratta di una formula che è utilizzata per accompagnare le persone all'uscita. Soprattutto in caso di lunghe detenzioni, interrompere la routine carceraria è un trauma. Lavorare in un ambiente diverso è utile al recluso che comincia a ritrovare spazi di libertà.
(Claudio Caprara/Il Post)

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Scampoli di normalità in carcere

I detenuti in Italia, secondo l’ultimo rapporto dell’Associazione Antigone, sono oltre 53 mila: le donne sono il 4,2%, 2228. L’ordinamento penitenziario prevede che un detenuto possa lavorare fuori e tornare in carcere a dormire. Si tratta di una formula che è utilizzata per accompagnare le persone all'uscita. Soprattutto in caso di lunghe detenzioni, interrompere la routine carceraria è un trauma. Lavorare in un ambiente diverso è utile al recluso che comincia a ritrovare spazi di libertà.
(Claudio Caprara/Il Post)

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Scampoli di normalità in carcere

I gadget di Made in carcere sono venduti alle imprese e vengono personalizzati con il nome dell'azienda che sostiene l'iniziativa. E poi c'è una rete di boutique, centri commerciali, gallerie, supermercati, dove i prodotti vengono venduti direttamente ai consumatori; e funziona bene anche la vendita on line. Poi ci sono i prodotti della pasticceria: le Scappatelle (biscotti biologici prodotti senza uova e senza latte preparati nel carcere di Bari, sulla cui preparazione sono impegnati anche dei detenuti dei carceri minorili di Bari e Nisida). "Questi prodotti costano troppo - spiega Luciana Delle Donne - non sono competitivi con le produzioni cinesi. Se non c'è una condivisione sul carattere sociale e culturale del progetto, non si viene da noi. Anche se i nostri prodotti sono migliori e più belli degli altri".
(Claudio Caprara/Il Post)

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Scampoli di normalità in carcere

I gadget di Made in carcere sono venduti alle imprese e vengono personalizzati con il nome dell'azienda che sostiene l'iniziativa. E poi c'è una rete di boutique, centri commerciali, gallerie, supermercati, dove i prodotti vengono venduti direttamente ai consumatori; e funziona bene anche la vendita on line. Poi ci sono i prodotti della pasticceria: le Scappatelle (biscotti biologici prodotti senza uova e senza latte preparati nel carcere di Bari, sulla cui preparazione sono impegnati anche dei detenuti dei carceri minorili di Bari e Nisida). "Questi prodotti costano troppo - spiega Luciana Delle Donne - non sono competitivi con le produzioni cinesi. Se non c'è una condivisione sul carattere sociale e culturale del progetto, non si viene da noi. Anche se i nostri prodotti sono migliori e più belli degli altri".
(Claudio Caprara/Il Post)

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Scampoli di normalità in carcere

I gadget di Made in carcere sono venduti alle imprese e vengono personalizzati con il nome dell'azienda che sostiene l'iniziativa. E poi c'è una rete di boutique, centri commerciali, gallerie, supermercati, dove i prodotti vengono venduti direttamente ai consumatori; e funziona bene anche la vendita on line. Poi ci sono i prodotti della pasticceria: le Scappatelle (biscotti biologici prodotti senza uova e senza latte preparati nel carcere di Bari, sulla cui preparazione sono impegnati anche dei detenuti dei carceri minorili di Bari e Nisida). "Questi prodotti costano troppo - spiega Luciana Delle Donne - non sono competitivi con le produzioni cinesi. Se non c'è una condivisione sul carattere sociale e culturale del progetto, non si viene da noi. Anche se i nostri prodotti sono migliori e più belli degli altri".
(Claudio Caprara/Il Post)

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Scampoli di normalità in carcere

I gadget di Made in carcere sono venduti alle imprese e vengono personalizzati con il nome dell'azienda che sostiene l'iniziativa. E poi c'è una rete di boutique, centri commerciali, gallerie, supermercati, dove i prodotti vengono venduti direttamente ai consumatori; e funziona bene anche la vendita on line. Poi ci sono i prodotti della pasticceria: le Scappatelle (biscotti biologici prodotti senza uova e senza latte preparati nel carcere di Bari, sulla cui preparazione sono impegnati anche dei detenuti dei carceri minorili di Bari e Nisida). "Questi prodotti costano troppo - spiega Luciana Delle Donne - non sono competitivi con le produzioni cinesi. Se non c'è una condivisione sul carattere sociale e culturale del progetto, non si viene da noi. Anche se i nostri prodotti sono migliori e più belli degli altri".
(Claudio Caprara/Il Post)

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Scampoli di normalità in carcere

I gadget di Made in carcere sono venduti alle imprese e vengono personalizzati con il nome dell'azienda che sostiene l'iniziativa. E poi c'è una rete di boutique, centri commerciali, gallerie, supermercati, dove i prodotti vengono venduti direttamente ai consumatori; e funziona bene anche la vendita on line. Poi ci sono i prodotti della pasticceria: le Scappatelle (biscotti biologici prodotti senza uova e senza latte preparati nel carcere di Bari, sulla cui preparazione sono impegnati anche dei detenuti dei carceri minorili di Bari e Nisida). "Questi prodotti costano troppo - spiega Luciana Delle Donne - non sono competitivi con le produzioni cinesi. Se non c'è una condivisione sul carattere sociale e culturale del progetto, non si viene da noi. Anche se i nostri prodotti sono migliori e più belli degli altri".
(Claudio Caprara/Il Post)

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I gadget di Made in carcere sono venduti alle imprese e vengono personalizzati con il nome dell'azienda che sostiene l'iniziativa. E poi c'è una rete di boutique, centri commerciali, gallerie, supermercati, dove i prodotti vengono venduti direttamente ai consumatori; e funziona bene anche la vendita on line. Poi ci sono i prodotti della pasticceria: le Scappatelle (biscotti biologici prodotti senza uova e senza latte preparati nel carcere di Bari, sulla cui preparazione sono impegnati anche dei detenuti dei carceri minorili di Bari e Nisida). "Questi prodotti costano troppo - spiega Luciana Delle Donne - non sono competitivi con le produzioni cinesi. Se non c'è una condivisione sul carattere sociale e culturale del progetto, non si viene da noi. Anche se i nostri prodotti sono migliori e più belli degli altri".
(Claudio Caprara/Il Post)

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Scampoli di normalità in carcere

Da otto anni esiste una collaborazione tra Made in carcere e l'università LUISS: un gruppo di studenti lavora per un mese a stretto contatto con gli operatori di Officina Creativa, con le persone in stato di detenzione, con i collaboratori, i clienti e, in particolare, con la stessa Luciana Delle Donne
(Claudio Caprara/Il Post)

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Scampoli di normalità in carcere

Da otto anni esiste una collaborazione tra Made in carcere e l'università LUISS: un gruppo di studenti lavora per un mese a stretto contatto con gli operatori di Officina Creativa, con le persone in stato di detenzione, con i collaboratori, i clienti e, in particolare, con la stessa Luciana Delle Donne
(Claudio Caprara/Il Post)

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Da otto anni esiste una collaborazione tra Made in carcere e l'università LUISS: un gruppo di studenti lavora per un mese a stretto contatto con gli operatori di Officina Creativa, con le persone in stato di detenzione, con i collaboratori, i clienti e, in particolare, con la stessa Luciana Delle Donne
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Scampoli di normalità in carcere

Da otto anni esiste una collaborazione tra Made in carcere e l'università LUISS: un gruppo di studenti lavora per un mese a stretto contatto con gli operatori di Officina Creativa, con le persone in stato di detenzione, con i collaboratori, i clienti e, in particolare, con la stessa Luciana Delle Donne
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Da otto anni esiste una collaborazione tra Made in carcere e l'università LUISS: un gruppo di studenti lavora per un mese a stretto contatto con gli operatori di Officina Creativa, con le persone in stato di detenzione, con i collaboratori, i clienti e, in particolare, con la stessa Luciana Delle Donne
(Claudio Caprara/Il Post)

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Scampoli di normalità in carcere

Da otto anni esiste una collaborazione tra Made in carcere e l'università LUISS: un gruppo di studenti lavora per un mese a stretto contatto con gli operatori di Officina Creativa, con le persone in stato di detenzione, con i collaboratori, i clienti e, in particolare, con la stessa Luciana Delle Donne
(Claudio Caprara/Il Post)

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I detenuti in Italia, secondo l’ultimo rapporto dell’Associazione Antigone, sono oltre 53 mila: le donne sono il 4,2%, 2228. L’ordinamento penitenziario prevede che un detenuto possa lavorare fuori e tornare in carcere a dormire. Si tratta di una formula che è utilizzata per accompagnare le persone all'uscita. Soprattutto in caso di lunghe detenzioni, interrompere la routine carceraria è un trauma. Lavorare in un ambiente diverso è utile al recluso che comincia a ritrovare spazi di libertà.
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Il Post è una testata registrata presso il Tribunale di Milano, 419 del 28 settembre 2009 - ISSN 2610-9980