Una canzone di Paloma Faith

Che si chiama in effetti Paloma Faith

(EPA/Balazs Mohai)
(EPA/Balazs Mohai)

Le Canzoni è la newsletter quotidiana che ricevono gli abbonati del Post, scritta e confezionata da Luca Sofri (peraltro direttore del Post): e che parla, imprevedibilmente, di canzoni. Una per ogni sera, pubblicata qui sul Post l’indomani, ci si iscrive qui.
Sabato sera abbiamo fatto un’amabile conversazione con Malika Ayane durante “Talk” del Post a Faenza, tra una canzone e l’altra che lei ha cantato da par suo insieme al “maestro Di Gregorio” e alla sua marimba. Per chi c’era e per chi non c’era, la canzone dei Cotton Jones che ha citato è questa, bella.
C’è una canzone nuova dei Duran Duran prodotta da Giorgio Moroder, molto anni Novanta: niente di speciale ma piacevole, in quel genere lì da ballo sui cubi.
Ho trovato su YouTube questa cosa meravigliosa di Paul Weller e Amy Winehouse, e le loro facce contente di quello che stavano facendo.
Non proprio quello che ti aspetti nella categoria bambino-prodigio-musicale, ma si tratta pur sempre di un fan di Elio e le storie tese, ammirevole.
La reunion dei Fugees è una cosa notevole. L’articolo di Pitchfork.
Sempre da quel concertone mondiale che si è chiamato “Global citizen live” vi aggiungo Fix you dei Coldplay con Bille Eilish: perché è Fix you.

Only love can hurt like this (off the cuff)
Paloma Faith

Only love can hurt like this (live acoustic) su Spotify
Only love can hurt like this (live for Burberrys) su Apple Music
Only love can hurt like this (off the cuff) su YouTube

Uno non lo direbbe, ma Paloma Faith si chiama in effetti Paloma Faith, di nome, essendo nata a Londra quarant’anni fa con un padre spagnolo e una madre inglese. Ed è uno dei casi più estremi di enorme popolarità britannica mentre qui ne sono arrivati solo alcuni singolari affioramenti. Ha fatto cinque dischi dal 2009, quattro dei quali sono stati ai primi quattro posti della classifica nel Regno Unito (e il quinto – il primo – al nono). Superato questo affollamento di numeri ordinali possiamo passare alla canzone, che era nel suo terzo – ops – disco. Lei fa un pop quasi mai originale e diverso da tante cose che sono circolate nelle classifiche in questi decenni, ma ha una voce che fa una differenza e che ogni tanto è un po’ Amy Winehouse e ogni tanto è un po’ Sia: ma è soprattutto brava, tosta, simpatica e si è sbattuta parecchio (negli ultimi anni anche per far capire cosa sia avere due figli e continuare a voler fare la popstar): c’è un bel ritratto che ha pubblicato il Guardian il mese scorso.

La canzone, dicevamo, è una di quelle più famose, forse la più famosa, in cui c’è del soul non solo nella voce, ed è una gran canzone con cui lei fa meraviglie. Ha un bell’arrangiamento nella versione originale, ma in questo primo lunedì settembrino e umido meglio la versione voce e pianoforte, in cui le meraviglie di cui sopra si notano ancora di più.

Only love can hurt like this
Only love can hurt like this
Must have been the deadly kiss
Only love can hurt like this

Se siete di quelli che si emozionano con le versioni dal vivo e il pubblico emozionato, vi passo questo.

Only love can hurt like this (live acoustic) su Spotify
Only love can hurt like this (live for Burberrys) su Apple Music
Only love can hurt like this (off the cuff) su YouTube