Il processo a Patrick Zaki è stato rinviato al 7 dicembre

Una manifestazione in sostegno di Patrick Zaki a Roma, nel febbraio del 2020 (ANSA/RICCARDO ANTIMIANI)
Una manifestazione in sostegno di Patrick Zaki a Roma, nel febbraio del 2020 (ANSA/RICCARDO ANTIMIANI)

Martedì si è svolta la seconda udienza del processo in corso presso il tribunale di Mansura, in Egitto, a carico di Patrick Zaki, lo studente egiziano dell’università di Bologna detenuto in Egitto dal febbraio del 2020 con motivazioni politiche. Zaki è accusato di “diffusione di notizie false dentro e fuori il paese” e, se condannato, rischia una pena fino a 5 anni di carcere. Come già la prima udienza, che si era svolta lo scorso 14 settembre, anche questa è durata pochi minuti ed è stata fissata una terza udienza per il prossimo 7 dicembre. Zaki, che si trova in carcere da 19 mesi, dovrà quindi rimanervi ancora fino alla nuova udienza.

ANSA scrive che a chiedere il rinvio è stata la legale di Zaki, Hoda Nasrallah, per avere più tempo per studiare gli atti. Un avvocato presente in aula, che ha preferito restare anonimo, ha detto ad ANSA che Nasrallah avrebbe anche chiesto una copia autenticata del fascicolo sul suo assistito, dato che finora vi ha avuto accesso solo in consultazione presso uffici giudiziari, senza dunque poterlo studiare adeguatamente. La notizia del rinvio è stata confermata anche dalla ONG Amnesty International Italia, che sta seguendo con attenzione il processo.

Citando i legali di Zaki, ANSA scrive che oltre all’accusa di “diffusione di notizie false dentro e fuori il paese” sarebbero state confermate anche le accuse di “istigazione a commettere atti di violenza e terrorismo” e “appello al rovesciamento dello stato”, per le quali Zaki rischierebbe fino a 25 anni di carcere in caso di condanna. Queste accuse sembravano essere state fatte cadere nel corso della prima udienza, secondo quanto avevano scritto diverse ONG.

– Leggi anche: L’Italia sta facendo poco per la liberazione di Patrick Zaki