Contro l’astrocrazia

«Se anche pratiche come l’oroscopo o l’applicazione del pensiero magico si appropriano del linguaggio dell’attivismo contro le discriminazioni per rivendicare, in sostanza, di poter discriminare in base ai segni zodiacali, rischiamo di trovarci presto con un AstroPride, esattamente come si vedono dei noVaxPride qua e là nel mondo occidentale, quel mondo che ha tanto combattuto per la separazione tra religioni e stato»

(Leon Neal/Getty Images)
(Leon Neal/Getty Images)

Sono nato di settembre. Che vuol dire molte cose e anche nessuna in particolare.
I colori dell’autunno, la vendemmia, i frutti dolci, l’inizio della scuola, il primo maglione sulla pelle ancora abbronzata. E naturalmente il compleanno.
Tutte cose belle. Peccato per quel dettaglio, quella imperfezione, quel brutto neo, quella lettera scarlatta, quell’orrendo difetto per cui vengo regolarmente, se non ghettizzato, quantomeno malvisto e mormorato: sono del segno della Vergine.

Disclaimer per lettori dall’immaginario fortemente eterosessuale: sì, sto per parlare di oroscopi e no, non sarà come credete.

Ecco, andiamo al punto. L’astrologia. O meglio, una forma di governo che stiamo sottovalutando e che si fonda sul pensiero magico, come per esempio l’applicazione dei sistemi astrologici, e che quindi qui chiamerò ASTROCRAZIA.

Sono stato bullizzato in passato, e sono già così minoranza in quanto gay, mancino, con i piedi piatti e protestante, per non tollerare che nei miei confronti si applichi un altro pregiudizio solo perché la Vergine è ritenuto un segno puntiglioso, noioso e petulante. E che il mio ascendente – è la domanda che mi viene fatta sempre subito dopo – sia lo Scorpione non fa che peggiorare le cose, per via del suo essere misterioso, vendicativo e passionale.
Se siete tra coloro che sì, credono che le stelle influenzino vite, caratteri, poiché se la luna influenza le maree figurarsi pianeti e supernove, sappiate che io non voglio combattervi. Non starò a raccontarvi di quando la scienza astronomica ha scoperto che le costellazioni sono solo un’illusione ottica e che agli antichi mancava la terza dimensione, la profondità.
Non scomoderò i documenti del Cicap che sono pubblici e sconfessano ogni velleità astrologica.
Non farò alzare dalle loro sedie psicologi e sociologi per farli venire a spiegarci l’effetto Barnum per cui nella formulazione degli oroscopi trovi sempre qualcosa che sembra riguardarti ma è perché è costruito con frasi fatte apposta per quello, come per esempio:

Hai molto bisogno che gli altri ti apprezzino e ti stimino.

Hai una tendenza a essere critico nei confronti di te stesso.

Hai molte capacità inutilizzate che non hai volto a tuo vantaggio.

Non tirerò in ballo nemmeno quella specie di bias cognitivo che io prosaicamente chiamo “se cerchi trovi”, per cui se ti fissi che un numero ti porta fortuna, alla fine lo trovi ovunque, in continuazione nei suoi multipli, sottomultipli o come cifra sparsa tra altre in un codice a barre, nella password del wifi dell’hotel, o nelle targhe delle auto, per cui figurarsi se non sembrerà vero, a posteriori, un vago vaticinio astrale riguardante “una settimana di ostacoli sul lavoro ma che supererai”.

Quello che voglio capire è quale argine si può mettere per evitare che una credenza personale che diventa condivisa da un gruppo torni a influenzare la vita di chi non ci crede, come hanno fatto e fanno le religioni laddove l’illuminismo non è entrato o lo ha fatto solo attraverso persiane ancora chiuse. Con l’aggravante che nel frattempo quelle religioni (almeno la maggioranza di esse) si sono messe in discussione, loro e i loro testi. Talmente criticate, rigirate, fatte a pezzi e rimesse assieme da aver creato il paradosso per cui se in una conversazione confessi di leggere regolarmente la Bibbia o il Corano passi per un sinistro collaborazionista dell’oscurantismo, o al limite solo come uno sfigato, mentre se non scendi nemmeno dal letto se prima non hai consultato le previsioni del giorno online di Paolo Fox sei un cittadino del tuo tempo. E chi se ne frega se bruciare del legno di palo santo, a parte fare buon odore, non elimini nessuna cattiva energia scientificamente dimostrabile: fa parte della coolness, mica di stupida superstizione.

Così mi accade che a un banale aperitivo allargato tra amici e sconosciuti parta il rituale momento, scatenato da un primo avventore che fa coming out sul fatto di credere al pensiero astromagico «sai, essendo del Sagittario in questo mese sono in cerca di altri stimoli» e da lì una slavina di frasi in cui ci si scambiano date e segni per capire chi tra i presenti sia già tuo affine senza averlo ancora conosciuto, fino al momento in cui la domanda «di che segno sei?» arriva a me e alla risposta «sono della Vergine» segue una pausa di imbarazzo, a cui qualcuno aggiunge, cercando una via di uscita: «e l’ascendente?», e al mio pronunciare la parola Scorpione compare negli occhi degli astanti la delusione. Mista al disappunto. Qualcuno persino sospira. Sono irrecuperabile. Sono Vergine, un rompicoglioni. E in più Scorpione: uno stronzo.
(il tema è stato raccontato come assai più ampio)

Fine del mio tentativo di debuttare in un nuovo gruppo di persone. E quando provo a minimizzare ciò che dice l’astrologia rispetto alla realtà vengo fermato subito dagli sceriffi del rispetto di tutti i credo e delle libertà personali e dell’autodeterminazione.

Una volta si andava da maghi e astrologi un po’ di nascosto. Li si chiamava per consulto in dirette tv sui canali regionali solo di notte. Oggi sono motivo di vanto condiviso. Di Orgoglio. Ma soprattutto una cosa arbitraria come decidere che l’oroscopo ha ragione può essere rivendicato come diritto, come metro di misurazione delle relazioni sociali, come mattone per le costruzioni di un sistema moderno?

Credere a qualcosa, nello specifico nell’oroscopo, rientra certamente tra le libertà individuali che tanto oggi – e giustamente – si vuol difendere, ma se anche una pratica come l’oroscopo o l’applicazione del pensiero magico in senso lato si appropriano del linguaggio dell’attivismo contro le discriminazioni per rivendicare, in sostanza, di poter discriminare in base ai segni zodiacali, rischiamo di trovarci presto con un AstroPride, esattamente come si vedono dei noVaxPride qua e là nel mondo occidentale, quel mondo che ha tanto combattuto per la separazione tra religioni e stato. La libertà personale è sacrosanta, certo, ma come per tutte le altre, anche qui il limite sta nel chiedersi quanto l’esercizio di una mia limiti quella degli altri. Se vi sembro esagerato – lo so, che vi sembro esagerato – non smettete di leggere.

Mi è successo un paio di anni fa di essere invitato in un’importante e sofisticata boutique in Sardegna che, per animare i sabati pomeriggio della sua ricca e variopinta clientela, organizzava eventi, tra cui presentazioni di libri. Su richiesta della proprietaria di organizzare proprio nel suo negozio la presentazione del mio romanzo autobiografico, abbiamo avuto una conversazione telefonica preventiva per “capire che sapore dare a quell’appuntamento”.
Mentre io mi ero premurato di inviarle una copia del libro e mi accingevo a riassumerne i contenuti e il tono – che non si sentisse obbligata a leggerlo! – venivo sorpreso da una raffica di domande sulla mia data di nascita, sul mio ascendente, su decade e cuspide. Con le solite pause seguite dai soliti sospiri mentre nella mente della signora si formava l’immagine di me, di chi sono, sulla base di sue deduzioni astrologiche. Vergineascendentescorpione.
La telefonata si è conclusa con me che ringraziando accennavo al fatto che però “purtroppo, qualunque sarà la data da lei decisa per la presentazione, avrò certamente un altro impegno”.

Conosco persone – l’ambito professionale è sempre quello della moda, sarà un caso? O una congiunzione astrale? – che quando cercano persone da assumere guardano la data di nascita, e se non sono soddisfatte delle informazioni astrali che se ne possono dedurre, al primo colloquio chiedono l’ora in cui si è venuti al mondo, per incrociare segno zodiacale e ascendente.

Ci sarebbero forse gli elementi per una vertenza sindacale, se i sindacati non fossero concentrati a difendere la libertà individuale dei lavoratori che non si vogliono vaccinare. Che ne penseranno Susanna Camusso o Maurizio Landini? Peraltro Camusso è nata il 14 agosto, dunque è del Leone, come Simon Bolivar, che ha combattuto per i diritti dei più deboli. Poi vabbè, c’è anche Napoleone, ma di lui sottolineiamo le doti di leader. Vedi Diego che tutto torna?

Che poi, ho scoperto, il segno non vale niente se non conosci l’ascendente, che pare sia ciò che ti influenzerebbe di più da adulto. “Se hai l’ascendente in Ariete, la tua personalità può essere impulsiva, carica di un’energia primitiva che si esprime in modo chiaro e immediato. Inoltre odi le bugie”.

Tutto sommato, se fosse legale usare l’astrologia per decidere chi assumere, potrebbe non essere così male. Avremmo diritto a delle esenzioni sanitarie in anni in cui le congiunzioni astrali fossero avverse? Arrivare in ritardo in ufficio per tutta la settimana potrebbe essere giustificato da un Mercurio in opposizione? Possiamo pensare a uffici di collocamento in cui anziché i curricula si incrocino i profili professionali e i segni zodiacali? “Cerchiamo un praticante avvocato. Dunque primariamente un(a) Bilancia. Va bene anche un(a) Capricorno.”

A illuminarmi di più su questa fede incrollabile del mondo postmoderno nell’influenza delle stelle su ogni nostra decisione, sui nostri caratteri, sui nostri modi di essere, è uno scrittore e attivista lgbtq+ che da anni “studia” i pianeti e le stelle. Mi spiega che c’è stata una rivoluzione interpretativa nel nuovo secolo, a firma di personalità come Lisa Morpurgo, che hanno contribuito a distinguere l’oroscopo delle previsioni del giorno dopo, a uso della stupidità dei consumatori moderni, dall’astrologia, strumento invece potente di analisi di se stessi, di psicanalisi junghiana, di approfondimento e conoscenza dell’animo umano.

Mi parla di tema natale: cioè l’analisi precisa del cielo che c’era sopra di te all’ora precisa in cui sei nato proprio in quel luogo e in quel giorno di quell’anno. E la chiama la “carta d’identità” astrale. Torno a pensare alle assunzioni, a come una volta si guardava se ci fossero carichi pendenti sui candidati, mentre oggi qualcuno si studia le tue costellazioni per sapere se sarai onesto, se sarai collaborativo, se lavorerai molto o cincischierai alla macchina del caffè tutto il giorno. Nel suo lungo divagare, in cui proverà a convincermi della necessità di vedere la realtà in maniera più ampia, lo stimato giovane autore mi dice che le prove le abbiamo sotto gli occhi tutti poiché la pandemia di Covid è certamente frutto dei pianeti nel Capricorno: potere e solitudine, assenza di rapporto. Mentre tutta questa esplosione ribelle al green pass sicuramente dipende dal fatto che siamo entrati nell’Acquario, segno di libertà, opposizione al potere. Insomma: i no vax sui treni sono colpa delle congiunzioni astrali.

Rimpiango l’oscura storia antica, in cui avere un vaticinio significava intraprendere un viaggio, l’ascesa a un tempio sacro, recuperare un’offerta, e poi fare cose come “gettare quattro ossa oracolari di una gazzella libica sperando con trepidazione che uscisse il colpo favorevole”.
Sto citando Calasso, che ho letto quest’estate. Forse non tutti sanno chi sia stato Roberto Calasso, ma siamo fortunati, perché ho scoperto che su internet è stato pubblicato il suo tema astrale. Calasso, nato il 30 maggio, era dei Gemelli.
Le persone nate sotto il segno dei Gemelli hanno di solito molti talenti e sono in grado di usare le loro abilità sia nella teoria che nella pratica. Sono persone intelligenti che si interessano a tutto ciò che accade intorno a loro e possono adattarsi rapidamente a qualsiasi nuova situazione.
Chissà se ci credeva agli oroscopi.

Forse lo avrebbe interessato di più l’universo di storie legate ai tanti potenti della storia che credevano ciecamente all’astrologia, come quella di Erik Jan Hanussen, astrologo personale di Hilter. Ebreo convertito al protestantesimo che viveva facendo spettacoli di illusionismo. Ce n’è abbastanza per sperare che ne facciano presto una serie Netflix.

Il mio amico scrittore chiude raccontandomi di un fenomeno in crescita che credo sia legato a un concetto di “astrologia attiva” di cui non ho capito granché tranne il fatto che ci sono persone che, per festeggiare il loro compleanno, si recano nel punto della terra sopra cui, quel giorno appunto, ci sia un cielo fatto di costellazioni favorevoli, che possano imprimere il loro energetico aiuto a tutto l’anno a venire.

Il comparto editoriale a tema astrologia è aumentato del 23% nel 2020, così come quello legato al pensiero magico: i miracoli dei santi, le vie di guarigione degli sciamani, il potere delle pietre.

Paolo Fox, nonostante sia stato preso di mira dai social che hanno fatto girare il video in cui annunciava, in un programma di Rai Uno di fine 2019, un nuovo anno di crescita, favorevole a viaggi e spostamenti, e un gennaio – maggio 2020 meraviglioso per tutti, e poi è successo nel mondo quel che è successo, a fine di quello stesso anno, cioè soli nove mesi dopo l’inizio della pandemia che universalmente ha confutato ogni suo vaticinio, ha presentato alle stampe il libro con le previsioni 2021, vendendo “solo” 30 mila copie, (l’anno prima erano 45 mila!); battuto da un libro di Sylvia Browne. Che parla comunque di profezie.

In questi giorni poi scopro che una influencer che combatte contro l’abilismo e fa divulgazione spiegando quanto sia poco inclusiva la nostra società nei confronti dei disabili, persona che stimo e mi sta simpatica, racconta con un post orgoglioso di aver partecipato a un rito di stregoneria di massa per far cadere Trump, con un incantesimo fatto a più riprese assieme ad altre centinaia di streghe di tutto il mondo. Il rituale è stato scritto da Michael M. Hugues, divulgatore di magia bianca, che lo ha diffuso sui social, e i seguaci hanno continuato ad eseguirlo fino al 31 ottobre 2020 quando si è verificato il secondo plenilunio del mese che si chiama, scopro, luna blu.

Quando ero piccolo mi capitava di far tardi la sera guardando la tv, soprattutto in vacanza, e una volta mi imbattei nell’oroscopo dell’anno nuovo fatto da una signora, Linda Wolf, su Rai Uno. (Quanta astrologia sulla Rai! Ma non era in mano alla Democrazia Cristiana?)
Linda Wolf – dicevo – donna evidentemente spiritosissima, vaticinava con un’asciuttezza quasi mistica. Qualcosa tipo: Ariete, anche meno. Toro, ma ne siete sicuri? Cancro: lasciate perdere!

Chiara Valerio ha scritto recentemente su Repubblica che siamo caduti dall’era scientifica a quella tecnologica. La prima si fondava sul verbo “provare”, la seconda su “credere”. Ragione per cui saremmo tutti indotti, esposti come siamo dalla fiducia che riponiamo continuamente nelle magie di uno schermo che risponde ai nostri comandi, a esercitare più il secondo e sempre meno il primo. Ci piace che funzioni, non capire come e perché. O come sostiene qualcun altro, siamo nei tempi dell’immedesimazione. Vogliamo storie che ci assomiglino, anziché appassionarci a quelle che raccontano l’altro e l’altrove, in un gioco di specchi da perenne reality show, in una continua conferma dell’ “io sono fatto così” o del “sii te stesso“. O forse come diceva non so più chi, il credente crede in Dio, il non credente crede in tutto il resto. Fatto sta che a quell’aperitivo iniziato malissimo, con le sopracciglia alzate all’unisono al mio dichiararmi VergineascendenteScorpione, abbiamo concluso, dopo quasi un’ora di chiacchiere su lavoro, stipendio, ultimi acquisti come qualunque figlio del consumismo materialista, con un pacifico, laico e conciliante brindisi al futuro.

Al sollevare dei bicchieri sono partiti i cori: “non incrociamo i bicchieri”, “non si brinda con l’acqua”, “guardiamoci tutti negli occhi!”
Altrimenti porta male.

Diego Passoni
Diego Passoni

È stato frate e anche ballerino in televisione. Attualmente accompagna a casa gli ascoltatori di Radio Deejay dalle 17 alle 19 nel programma Pinocchio con La Pina e la Vale.

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