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  • Giovedì 9 settembre 2021

Il restauro in quota della Croce di San Giorgio sulla Lanterna di Genova

Appesi con le corde a 40 metri da terra, i restauratori hanno utilizzato tecniche alpinistiche per salvaguardare il simbolo della città

(Formento)
(Formento)

Nella primavera del 1845 lo scrittore francese Gustave Flaubert accompagnò la sorella Caroline nel suo viaggio di nozze, che prevedeva anche un soggiorno a Genova. Lo scrittore rimase particolarmente colpito dalla città e da alcune opere d’arte, come “Le tentazioni di sant’Antonio Abate”, opera attribuita a Pieter Brueghel il Giovane, che pare gli ispirò l’omonimo romanzo. Nel suo libro di memorie di viaggio, Notes de voyages, Flaubert scrisse anche una delle più celebri descrizioni del monumento simbolo di Genova: «Presto il porto appare e si vede la bella città assisa ai piedi della montagna. Il faro della Lanterna, come un minareto, dona all’insieme qualche cosa di orientale, e si pensa a Costantinopoli».

La Lanterna è il faro più alto del Mediterraneo e il secondo in Europa grazie ai suoi 77 metri di altezza. Collocata nel quartiere di Sampierdarena, a Ponente del porto antico della città, sul promontorio di Capo Faro, è una torre su due ordini di sezione quadrata con terrazza alla sommità di ciascun ordine. La configurazione attuale risale al 1543, ma fin dal XII secolo esisteva in quel luogo una torre simile, prima torre di guardia divenuta poi faro.

La Lanterna infatti è anche uno dei fari funzionanti più antichi del mondo: le prime attestazioni dell’installazione sulla torre di una lanterna a olio di oliva, la cui luce era concentrata in un fascio grazie a cristalli trasparenti prodotti da maestri vetrai liguri e veneziani, sono del 1326, come scrisse a metà del quindicesimo secolo l’annalista Giorgio Stella nei suoi Annales Genuenses. Già nel 1340, alla sommità della torre inferiore, venne dipinto il simbolo della Repubblica marinara di Genova, oggi stemma del comune, cioè la Croce di San Giorgio, costituita da una croce rossa in campo bianco.

Questo simbolo importante di Genova, il cui uso risale alla fine dell’XI secolo, è stato sottoposto a un’opera di restauro grazie all’azienda di restauro edile ligure Formento, specializzata da anni in restauri in quota, realizzati cioè con tecniche alpinistiche, con funi e ganci e senza bisogno di ponteggi, utilizzando maestranze certificate per restauri di beni vincolati.

Spesso negli interventi di restauro una parte significativa dell’investimento è dedicata ai costi dei ponteggi e dell’occupazione del suolo pubblico, che grazie alle modalità di restauro in quota possono essere abbattuti. Inoltre, adottando soltanto funi e ancoraggi, è possibile intervenire in maniera più veloce, minimizzando alcuni passaggi burocratici e l’impatto sull’ambiente e riuscendo a intervenire anche in luoghi difficili da raggiungere, come promontori o pareti rocciose.

Formento ha effettuato il reintegro pittorico dello stemma della Croce di San Giorgio nel 2019, in occasione della fine delle celebrazioni dell’890°anniversario della prima costruzione della Lanterna. Le maestranze specializzate hanno eseguito il restauro sull’intera superficie dello stemma, un’area di circa 80 metri quadrati. Questa tecnica di lavoro non ha richiesto la realizzazione di opere murarie né di interventi invasivi sull’edificio: per garantire l’ancoraggio delle funi di sicurezza e di quelle di posizionamento sono stati infatti utilizzati tre preesistenti fori di scarico delle acque meteoriche che si trovano alla base del primo camminamento.

Prima del restauro sono stati esaminati lo stato di conservazione e le tecniche di esecuzione dello stemma. È stato poi prelevato un campione dell’intonaco dipinto per effettuare un’analisi al microscopio elettronico a scansione con il fine di identificare la natura dei materiali utilizzati nel restauro del 1992. Questa operazione ha permesso di individuare la tipologia di intervento più adatta, che come tutte le altri fasi del restauro è stata concordata con la Soprintendenza.

Recentemente una restauratrice di Formento ha curato anche il ripristino di due targhe che si trovano sulla Lanterna: una, a 70 metri di altezza, che ricorda il precedente restauro del 1852 e l’altra, a 40 metri, che celebra la ricostruzione della torre nel 1543. Entrambe le targhe sono state restaurate lavorando in sospensione su funi.

Oltre al restauro del simbolo di Genova, Formento ha effettuato in questi anni interventi in altri cantieri, come ad esempio a Palazzo Ducale di Mantova, al Castello di Ivrea e al Castello Malaspina di Massa. L’azienda considera inoltre centrale nel suo modo di curare il restauro in ambito architettonico quella che viene definita “manutenzione programmata”, un monitoraggio periodico che permette di tenere costantemente sotto controllo una struttura, a maggior ragione se storica, e di intervenire in modo tempestivo prima che si verifichino danni gravi e potenzialmente irreparabili. È  il caso ad esempio degli affreschi a Palazzo Ducale di Mantova, che erano stati messi in pericolo da infiltrazioni d’acqua. Un altro caso sono gli interventi sulle murature storiche di una fortezza, per metterle in sicurezza e pulirle da erbe infestanti che possono causare la formazione di crepe e causare crolli strutturali.