Che cosa sono le assicurazioni TCM

Il primo assicurato fu nel 1583 William Gibbons: storia e caratteristiche della polizza che garantisce un capitale ai beneficiari in caso di morte dell'assicurato

Il 18 giugno del 1583 un uomo di nome William Gibbons firmò all’Ufficio di assicurazioni della Royal Exchange di Londra (la primordiale Borsa d’Inghilterra) un contratto in base al quale, a fronte di un premio versato, sarebbe stata corrisposta alla sua famiglia una cifra di denaro nel caso in cui fosse morto entro un anno dalla stipula del contratto stesso. Gibbons, di cui non conosciamo né la professione né l’età, morì effettivamente il 28 maggio del 1584. Conosciamo invece molto dettagliatamente la storia di questo suo contratto perché il risarcimento fu contestato e ci fu un processo in cui il giudice dette ragione agli eredi e impose il risarcimento.

Non sarebbe una storia così particolare se non fosse che la polizza stipulata da William Gibbons è considerata la prima documentata nella storia in cui una persona abbia posto come condizione per un risarcimento la fine della propria vita, ma in base alle definizioni contemporanee quel tipo di assicurazione si potrebbe definire più precisamente oggi come una “polizza vita temporanea caso morte” (TCM). Se Gibbons avesse deciso di far valere il contratto per l’intero arco della sua vita (e non solo per un anno) oggi la chiameremmo “polizza vita caso morte a vita intera”.

L’assicurazione “temporanea caso morte” (TCM) è una polizza di rischio temporanea che prevede che pagando un premio (che può essere unico, oppure annuale) venga corrisposto un capitale ai beneficiari designati in caso di morte dell’assicurato avvenuta prima della scadenza contrattuale. Questi beneficiari possono essere il partner, i figli o chiunque si desideri.

Il capitale assicurato può essere costante o decrescente. Nel primo caso il contraente decide che, indipendentemente da quanto tempo sia passato dalla stipula del contratto, in caso di morte venga corrisposto ai beneficiari l’intera somma assicurata. Nel secondo caso, invece, quando è stipulata la polizza contraente e assicurazione prevedono che in caso di morte venga versata una cifra che decresce con il passare degli anni: quest’ultima polizza consente di pagare un premio ridotto rispetto a quella a capitale costante.

Il premio di una polizza TCM è determinato in base all’età dell’assicurato, al suo stato di salute, alle attività sportive e professionali praticate, alla durata del contratto, all’importo del capitale assicurato nonché spesso anche allo stile di vita e alle abitudini, come il fumo. La durata del contratto è decisa da chi lo contrae, ma deve rimanere all’interno dei limiti previsti dal prodotto assicurativo e tenere comunque conto dell’età dell’assicurato alla sottoscrizione e alla scadenza.

Il motivo principale per cui si sottoscrive una polizza TCM è quello di poter garantire che i propri cari abbiano a disposizione una somma di denaro dopo la propria morte. Solitamente viene consigliato a chi abbia familiari che dipendono economicamente dal potenziale assicurato (nella versione a capitale costante) o a chi abbia sottoscritto a proprio nome un finanziamento considerevole, come ad esempio un mutuo per l’acquisto di una casa (soprattutto se si tratta della prima casa): in questo modo si può evitare che le rate debbano essere pagate dagli eredi (nella versione a capitale decrescente).

Le garanzie aggiuntive
Alcune polizze TCM, essendo assicurazioni sul rischio, permettono anche la possibilità di selezionare delle garanzie complementari facoltative, che possono servire, per esempio, per tutelare l’assicurato nel caso in cui si ammali gravemente oppure sia colpito da invalidità totale e permanente. In questo caso, invece che al soggetto terzo designato, l’importo viene versato direttamente all’assicurato, in vita.

Si può decidere se il capitale dovrà essere versato nella cosiddetta forma “anticipativa” (cioè sarà una percentuale del capitale assicurato che il contraente riceverà nel momento in cui gli verrà riconosciuta un’invalidità superiore al 66 per cento o una grave malattia), oppure in forma “aggiuntiva” (in questo caso si tratterà di una cifra che non intaccherà il capitale che verrà riconosciuto ai beneficiari in caso di morte, perché le garanzie verranno coperte indipendentemente).

Esiste anche la possibilità di attivare, in maniera automatica o su richiesta, l’esonero del pagamento dei premi della garanzia principale in caso di decesso. Quindi, nel caso in cui all’assicurato venga diagnosticata un’invalidità totale e permanente o una malattia grave, la compagnia esonera il contraente dal versamento del premio della garanzia principale.

Un altro tipo di garanzia complementare facoltativa che si può abbinare alla TCM è quella di decesso dovuto a infortunio. In questo caso è possibile ottenere il doppio o il triplo del capitale assicurato, a seconda delle circostanze che hanno determinato la morte dell’assicurato.

Inoltre è possibile abbinare alla TCM anche la Long Term Care (LTC), cioè un’assicurazione che copre le spese derivanti dall’impossibilità di svolgere autonomamente le normali funzioni della vita quotidiana (azioni semplici come muoversi, lavarsi e mangiare), con conseguente perdita dell’autosufficienza, non necessariamente dovuta a malattia o infortunio, ma anche all’invecchiamento.

Uno dei vantaggi della TCM è che è possibile detrarre il 19% del premio pagato sia per il decesso che per la garanzia aggiuntiva di invalidità totale e permanente (se questa non è inferiore al 5%) nella dichiarazione dei redditi delle persone fisiche, sino a un massimo di 530 euro l’anno. Il capitale corrisposto ai beneficiari in caso di morte è inoltre esente dalle tasse sulla successione ed è escluso dall’asse ereditario (in sostanza spetta quindi esclusivamente al beneficiario).

A chi rivolgersi?
Tra chi eroga polizze TCM c’è Helvetia Vita, una compagnia di assicurazioni svizzera che esiste dal 1858 e che opera in Italia da più di 70 anni. Tra i suoi servizi c’è infatti Helvetia Futuro Protetto, un’assicurazione “temporanea caso morte” di cui è possibile calcolare il premio (da qui) anche prima di andare in agenzia. Come per tutte le TCM, anche per le polizze Helvetia Futuro Protetto il premio da versare varia in base all’età dell’assicurato, alla durata del contratto, al capitale assicurato, alle garanzie complementari (facoltative) e allo stato di salute e ad alcune abitudini, come il fumo. 

Sono previste quattro fasce, legate all’età e al capitale assicurato, in base alle quali la compagnia richiede diversi tipi di documentazioni e accertamenti. Per quanto riguarda le garanzie aggiuntive, quella per infortunio può essere attivata per capitali assicurati da almeno 50mila euro e fino a 300mila: in caso di morte causata da infortunio il capitale corrisposto sarà doppio rispetto alla garanzia principale e triplo in caso di infortunio conseguente a incidente stradale.

Con la garanzia complementare per invalidità totale e permanente, solo per capitali assicurati superiori a 300mila euro e alternativamente alla garanzia malattia grave, sarà eventualmente versato un anticipo del 50 per cento del capitale assicurato della garanzia principale, nel caso in cui venga diagnosticata all’assicurato un’invalidità totale e permanente pari o superiore al 66 per cento. La stessa percentuale sarà anticipata nel caso in cui venga diagnosticata una malattia grave tra quelle coperte (anche in questo caso la garanzia complementare è alternativa a quella per invalidità).

Con Helvetia Futuro Protetto la garanzia per l’esonero del pagamento dei premi (solo per capitali assicurati superiori a 300mila euro) si attiva automaticamente a partire dalla data di accertamento dell’invalidità totale e permanente o della malattia grave. Oltre alle garanzie aggiuntive tradizionali che vengono proposte con le TMC, Helvetia Vita offre ai propri clienti la possibilità di attivare l’opzione di liquidazione Flash Benefit: in caso di morte dell’assicurato vengono anticipati in tempi brevi 5mila euro (dal capitale della garanzia principale) a un beneficiario designato.