
Il regime del Nicaragua, governato dal 2007 dal presidente autoritario Daniel Ortega, ha fatto arrestare altri sei leader dell’opposizione, che si aggiungono ai venti tra politici di opposizione, giornalisti e attivisti arrestati nelle ultime settimane con l’accusa di aver compiuto vari crimini contro lo stato o di aver accettato fondi provenienti dall’estero.
Tra le sei persone arrestate oggi ci sono Lesther Alemán e Max Jerez, leader del movimento studentesco; Medardo Mairena, che voleva candidarsi alla presidenza; Pedro Mena, Freddy Navas e Pablo Morales, attivisti del movimento degli agricoltori. Con Mairena sono sei i potenziali candidati alla presidenza ora in arresto.
Questi arresti sono stati resi possibili dalla cosiddetta “legge ghigliottina”, che è stata approvata dal Congresso dominato dal partito di Ortega lo scorso dicembre e che permette di arrestare i cittadini accusati di terrorismo o che sono sospettati di essere “traditori della patria”, anche senza fornire prove evidenti. Soprattutto impedisce a chi viene arrestato di candidarsi alle cariche pubbliche. Grazie a questa legge, Ortega è stato in grado di aumentare l’oppressione delle forze di opposizione e la repressione del dissenso in vista delle elezioni presidenziali di novembre, a cui si candiderà a questo punto senza sfidanti di rilievo.
Lesther Aleman, uno degli attivisti arrestati (EPA/JORGE TORRES)