Una canzone di Jon Allen

Siamo stati male, finora, a non sapere niente di Jon Allen?

Le Canzoni è la newsletter serale che ricevono gli abbonati del Post, scritta e confezionata da Luca Sofri (peraltro direttore del Post): e che parla, imprevedibilmente, di canzoni. L’indomani – il martedì, mercoledì e venerdì – la pubblichiamo sul Post, ci si iscrive qui.
Pur perdendo l’Eurofestival, la musica britannica è capace di produrre cialtronate da primato quasi quanto produce cose imbattibili: e quando si tratta di fare le canzoni per gli eventi sportivi il livello si abbassa drammaticamente, come ha dimostrato anche la canzone con Bono e The Edge e coso per gli Europei di calcio, che sembra la versione per X Factor di una canzone degli U2, con Bono che canta come se fosse il nipote di Bono. Però delle volte è andata meglio, e il Guardian ha messo in fila una serie di canzoni scritte per l’Inghilterra di calcio, tra cui si salvano quella dei Lightning Seeds e quella dei New Order. Sempre meglio di Notti magiche.
Oggi ha compiuto 60 anni pure Boy George, che non è mai entrato nel campionato delle cose migliori dei ricchi anni Ottanta britannici, però è sicuramente stato un “precursore”, ha avuto successi ammirevoli, e comunque Victims, pure in quel trionfo di kitsch orchestrale, aveva una sua bellezza.
Sto traslocando, e passo le serate a fare buchi col trapano, collegare cavi blu e rossi, e verniciare scaffali: vorrei comporre una playlist da trasloco ma mi sono fermato a Wherever I lay my hat, versione Paul Young e This house is empty now. Mi serve qualcosa di più vivace, per il trapano.
p.s. ah, ecco, Movin’ out.

In your light
Jon Allen

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Poi non è che io sappia tutte ‘ste cose, malgrado non guardare la televisione mi lasci tempo per leggere e ascoltare cose di musica: ma tante le scopro e leggo in giro quando scrivo la newsletter. Di certi non so davvero niente, poi: ed è pure il bello delle canzoni, un bello delle canzoni, che sono belle anche se hai vissuto trent’anni nella giungla tra i gorilla e per la prima volta ascolti In your light.

Che è un po’ la mia condizione, salvo che questa, mi dice iTunes – o come si chiama adesso – è la 73ma volta che ascolto In your light: ma chi sia questo Jon Allen e come sia finito tra le mie playlist, boh. Dove peraltro ha finto per dodici anni di essere americano, come sentirete, e invece è inglese di Winchester – quella di Winchester cathedral, certo – ma deve averne ingannati altri, perché è stato spesso in tour con famosi americani.

Ma insomma, lui è simpatico, ma siamo stati male, finora, a non sapere niente di Jon Allen e a limitarci ad ascoltare In your light, usciti dalla giungla (o rimanendoci: i gorilla vanno matti per In your light)?

When the sun is gone away
In the darkness of the night
I don’t have to look too hard to see
That I’m living in your light


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