Una canzone degli Ace

Da quanto va avanti, questa cosa?

(Gareth Cattermole/Getty Images)
(Gareth Cattermole/Getty Images)

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Sabato saranno 40 anni dall’uscita dei Predatori dell’arca perduta, che tra tutte le altre cose memorabili aveva anche quella musichetta appicicosissima di John Williams da mettervi di buonumore di fronte a qualunque seccante impegno.
Ora mi è venuto in mente di quando da ragazzi lo vedemmo al cinema, e per la nostra ingenuità di ragazzi e per i cliché narrativi del tempo, la scena del duello fu una cosa che non ci potemmo credere per anni, esilarati.
Sono un uomo più felice da quando Matteo Bordone mi ha fatto scoprire, stamattina, A Cuneo di Rocco Tanica: nessuno mi aveva mai detto niente.

How long
Ace

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È come con le oche di Lorenz: se sei cresciuto con quei suoni lì, diventano una specie di nutrimento fondamentale, come il latte condensato Nestlé succhiato da bambino a litri (forse più una madeleine, per rimanere ai riferimenti abusati): io e mio fratello dopo averlo prosciugato aprivamo il tubo con le forbici (pericolosissimo, taglientissimo) per leccare l’interno.

E insomma, prima ancora della canzone, sono i suoni del basso e delle tastiere all’inizio che mi mandano in sollucchero. Anche perché la canzone uscì che avevo nove anni e avevo appena iniziato a seguire la musica del mondo attraverso la hit parade di Lelio Luttazzi, ma devo confessare di essere uno di quelli citati nel titolo di questo articolo, che la scoprirono nella cover dei Lipps Inc, con suoni un po’ diversi e sintetici (ma che suoni sintetici!).

L’aveva scritta Paul Carrack, che come dicemmo qualche settimana fa è uno di quei casi affascinanti nella storia della musica di nome che ha fatto un sacco di cose varie e formidabili senza che quasi nessuno lo conosca.

Si dà il caso che Paul Carrack sia la più grande seconda fila del mondo. Ha suonato nei dischi più importanti dei Roxy Music, è l’autore e cantante di How long degli Ace – pezzo formidabile e di mille vite: qui la fa con Eric Clapton -, è quello che suona le tastiere in Reel around the fountain e altre canzoni del primo disco degli Smiths, suona e canta nella cover di Thin line between love and hate dei Pretenders, ha cantato e scritto canzoni della band di Mike Rutherford dei Genesis – Mike and the Mechanics – tra cui Silent running e Over my shoulder (qui la fa con Gary Barlow), ha cantato e suonato con Roger Waters (è quello che canta Hey you nel leggendario concerto berlinese di The wall), e suona in Something about the way you look tonight di Elton John. E mi fermo – che ve ne pare? – ma quelli famosi che hanno usato la voce di Carrack sono ancora tanti.

E quindi torniamo a How long: il cui titolo è l’inizio della domanda “How long has this been going on?”, che significa “da quanto va avanti, questa cosa?” e fu già il titolo di un’altrettanto bella canzone dei fratelli Gershwin, che non mi trattengo dal mettervi lì cantata da Ella Fitzgerald e nella più modesta versione di Audrey Hepburn dal film tratto dal musical per cui era stata scritta, Funny face: con tutto il tipico prologo delle canzoni da musical del tempo.

Comunque, da Ira Gershwin l’espressione era usata per esprimere la meraviglia della narratrice per la scoperta dei baci da innamorati (quindi somiglia più a “perché non mi avete mai detto niente di questa cosa?”, un po’ come potrei dire io di A Cuneo, Cuneo, Cuneo…), mentre nel pezzo degli Ace è la scoperta di un tradimento: “da quanto va avanti, questa cosa?”.

And you said you was never intending
To break up our scene this way
But there ain’t any use in pretending
It could happen to us any day
How long has this been going on?
How long has this been going on?

In realtà, Carrack raccontò nel 2009 che la storia era che il loro bassista aveva cominciato a suonare anche con un’altra band, piuttosto che un tradimento amoroso.
L’anno scorso l’hanno usata per uno spot di Amazon Prime. Qui c’è lui che la fa ancora nel 2017, quarantatré anni dopo.


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